JBL e il bullismo in WWE:"Il problema non è lui, ma la compagnia".



by ALESSIO DI IULIO

JBL e il bullismo in WWE:"Il problema non è lui, ma la compagnia".
JBL e il bullismo in WWE:"Il problema non è lui, ma la compagnia".

Il sito 411mania ha rilasciato una lunga intervista di Justin Roberts da Ring Rust Radio parlando di molti argomenti. Ecco alcuni spezzoni dell'intervista dell'ex annunciatore WWE: Ha recentemente fatto uscire il suo nuovo libro.

Perché ha pensato che questo fosse il momento per pubblicarlo e cosa vuole ottenere? "Pensavo fosse una bella storia, già da quando ero nella compagnia. Ero un grande fan della WWE e del wrestling professionale fin da piccolo, poi sono arrivato in WWE, con molti ragazzi che già stavo guardando e pensai che sarebbe stata una bella storia.

Cominciai a lavorarci già da quando lavoravo per la WWE, e ne avevo già una buona parte, quando esci da lì può rivisitarlo e puoi liberamente parlare di quello che vuoi. Quando sentii di essere soddisfatto lo feci uscire".

Considerando quanto era vicino al ring, quante le davano prima dei match? Sapevi se,ad esempio, avrebbero combattuto fuori dal ring? Solitamente non sapevo di queste cose, perché ero spaventato quando si avvicinano a me, lo ero davvero.

Quando uscivano da backstage, non erano più miei amici, erano dei personaggi che dovevano eseguire una performance. Mi allontanavo sempre, quando vicino a me c'era una rissa. Sembrave reale, e io lo percepivo così.

Non li guardavo pensando "Oh, tutto apposto, sono miei amici e stanno facendo il loro lavoro" pensavo più "Oh, si stanno picchiando, è meglio che mi scansi". Non sapevo minimamente quando si avvicinavano a me.

Ogni tanto venivo avvisato che avrebbero lanciato qualche oggetto o qualcuno contro la barriera, e quindi io e il timekeeper ci spostavamo in tempo". L'argomento più discusso di oggi giorno sono le accuse di bullismo contro JBL.

Molti reporter stanno usando molte sue citazioni contri JBL, cosa pensi sulla situazione di Mauro Ranallo? Me lo hanno chiesti in tanti ma io non lo conosco Mauro. Non lo conosco perché non abbiamo mai parlato. Non conosco la sua situazione.

Le cose di cui parlo nel libro risalgono al 2003. Dopo l'incidente con Joey Styles, che lo prese a pugni, è scomparso. E quando ritornò era una persona differente. Non succedavano più certe cose, e il backstage era un ambiente diverso.

Era un mondo diverso, e sia le persone che la mentalità erano diverse. Chi stava in WWE dal 2000 sa cosa succedeva, e non so la situazione di Mauro. Non posso dire nulla, e non credo che JBL debba essere licenziato. Non è un problema di JBL, ma una mentalità della compagnia.

A loro piace tormentare le persone, non so niente di Mauro, so solo le cose che tutti noi possiamo leggere". Che qualcosa nella sua esperienza in WWE che vorrebbe cambiare, oppure qualcosa che non dipenda da lei a voler essere differente? "Sono felice di tutto quello che ho fatto e di tutto quello che sognavo di fare e anche delle cose che non immaginavo di fare.

Ho sempre espresso le mie idee, e di portare il mio punto di vista su come migliorare il prodotto. Se c'era qualcosa nello script che non aveva senso, io lo dicevo come fan. Ho sempre provato, ma mi hanno zittito molte volte.

Ho cercato di fare le cose al meglio, ma non mi è stato mai permesso di migliorare le cose per gli annunciatori. Non ho nessun rimorso perché ci ho provato. Quando venivo zittito, venivo zittito, , ma almeno ci provavo".

Guardandoti indietro, c'è qualcosa che ritieni di grande in un suo risultato, qualcosa che ha lasciato il marchio alla compagnia e al business? "Alcuni miei annunci che sono diventati memorabili per molti fan. Le introduzioni di John Cena, Jeff Hardy e The Undertaker.

Sono diventate parti delle loro entrate, e loro non avevano bisogno di me. Erano grandi star, ma la mia voce ha contribuito alle loro entrate e hanno lasciato il segno, come Howard Finkel per i fan più anziani. È bello che molti fan sono cresciuto ascoltando le mie introduzioni di questi wrestler".

Nel suo libro parla della sua esperienza con Triple H, un tempo era odiato da tutti e ora è considerato un genio. Cosa ne pensa di Triple H e di come ha salvato la WWE e lanciato NXT? "Si prende cura dei ragazzi di NXT.

Ci sono dei ragazzi, non di NXT, a cui non vengono date possibilità di raggiungere il loro massimo potenzialità e vengono trattati male. I suoi ragazzi sembravo bravi, mentre a quelii che non gli piace fanno brutte figure, c'è sempre qualcuno che va contro di loro.

Nei miei rapporti con lui quando gli chiesi di essere il produttore degli eventi, ero qualcuno che vedeva ogni house show, show settimanali e PPV da bordo ring dall'inizio alla fine, per migliorare lo show. Però lui non mi considerò, e allora portò della gente fuori dal business che non sapevano come mettere uno show o la psicologia di esso.

Durante uno show devi portare il fan su un ottovolante psicologico. Mi disse che non avevo esperienza e portò della gente con poca esperienza, senza senso. In Australia è un top heel, ma iniziava gli show dando il benvenuto a tutti, come un babyface.

La gente lo fischia come un heel in TV, ma vuole essere un face e essere benvoluto da tutti. Una cosa senza senso, questo dovrebbe darci un'idea".