AJ Styles si prepara a vivere la sua seconda WrestleMania da quando è in WWE. E ci arriva da lottatore "licenziato" dalla compagnia di Stamford, in quello che è abbastanza chiaramente un work deciso dalla federazione, con l'obiettivo di costruire al meglio il suo prossimo match contro Shane McMahon.
'The Phenomenal One', nonostante sia uno dei principali heel della federazione da quasi un anno (il suo passaggio tra le fila dei cattivi avvenne infatti nel maggio del 2015, dopo la sconfitta di Payback contro Roman Reigns e prima dell'inizio della faida con John Cena), resta uno dei lottatori più sostenuti in ognuna delle arene in cui si reca il carrozzone della WWE.
E, intervistato da 'Sportskeeda', ha deciso di spiegare cosa comporti questo per lui: "Quello che comporta il mio lavoro è cercare di essere ciò che mi dicono di essere in quanto AJ Styles. Ma non sempre funziona, perché a volte sono i fan a decidere per te cosa tu sia.
E tu devi seguire la corrente. Non è certo successo solo con me, ma se devo essere sincero mi fa piacere. A dispetto di quello che faccio o dico ci sono volte che non riesco proprio a farmi contestare. Al contempo cerco di dare il massimo per ottenere una reazione dalla gente, positiva o negativa che sia".
Impossibile per lui dimenticare WrestleMania 32, la prima a cui ha preso parte da lottatore: "Non capisci quanto grande sia WrestleMania fino al momento in cui non ti succede di esserci dentro.
Partecipare alla più grande WrestleMania di sempre è al contempo pazzesco ed eccitante, non pensavo che avrei mai preso parte a una WrestleMania e quando è arrivato il mio momento è stato incredibile. Addirittura troppo esaltante. La notte successiva mi sono dovuto fermare per realizzare che era successo per davvero".