Muhammad Ali è morto. Nato Cassius Clay, aveva 74 anni e da oltre trenta combatteva la battaglia più difficile della sua vita, quella contro il morbo di Parkinson. Era stato ricoverato in un ospedale di Phoenix due giorni fa per problemi respiratori.
Considerato tra i pugili e in generale gli sportivi più influenti di tutti i tempi, i suoi match sono entrati nella storia (Joe Frazier e George Foreman gli avversari più noti e riconoscibili), ma anche il suo modo di comunicare, le sue battaglie per i diritti degli afroamericani, la sua conversione all'Islam.
Era anche un amico della WWE, che infatti l'ha voluto ricordare e commemorare attraverso una nota:
"La WWE è rattristata dall'apprendere che il due volte campione del mondo di pugilato Muhammad Ali è scomparso all'età di 74 anni, il 3 giugno 2016.
Il nativo di Louisville ha vinto sei Kentucky Golden Gloves Championship e la medaglia d'oro per gli Stati Uniti, alle Olimpiadi Estive del 1960, a Roma, prima di iniziare la sua carriera da professionista.
Ali ha fatto la storia per lo storico boxer vs wrestler match contro l'Hall Of Famer della WWE Antonio Inoki, a Tokyo, il 26 Giugno del 1976.
Il combattimento è considerato un precursore delle moderne MMA.
Nel 1985, Ali ha lasciato il suo segno sulla storia della WWE quando è diventato uno special guest referee per il Main Event della prima edizione di Wrestlemania, al Madison Square Garden.
L'incontro vedeva il campione Hulk Hogan e l'icona pop Mr.T contro "Rowdy" Roddy Piper e Paul Orndorff.
Durante l'incontro, Ali ha sferrato un gancio a Piper. La WWE offre le sue condoglianze alla famiglia, agli amici e ai fan di Ali".