AJ Lee è stata una delle ultime, grandi Divas della WWE prima della rivoluzione femminile che ha cambiato radicalmente il ruolo delle donne nella federazione di Stamford. Lo dimostra il fatto che è stata anche la campionessa più longeva nella storia del Divas Championship, con un regno di 295 giorni.
Questo record fu poi superato da Nikki Bella, campionessa per 301 giorni. E il fatto che la compagna di John Cena abbia superato in questa particolare classifica la moglie di CM Punk, come immaginabile, ha dato il via a una lunga serie di illazioni.
Ma non è tutto.
In uscita c'è infatti la sua autobiografia, 'Crazy Is My Superpower' E una delle prime recensioni sul libro ha rivelato un bruttissimo episodio di cui è stata vittima la lottatrice al momento del suo arrivo in quella WWE in cui il talento delle lottatrici non era ancora valorizzato come oggi.
"Questo non è un libro felice e contento. Certo, riderete un sacco grazie alla proprietà di linguaggio di AJ e ad alcune storielle incredibilmente divertenti. Ma c'è anche tanta oscurità e tristezza nei primi vent'anni circa della vita della signora Mendez-Brooks, tanto che non potrete che sentirvi male per lei.
La cosa importante è che lei non ha mai mollato, era determinata a diventare una wrestler professionista e più volte è andata oltre l'incredibile quantità di sessismo e misoginia dall'interno del business e il fatto che un certo Responsabile delle Relazioni con i Talenti le ha detto in faccia che era considerata inchiavabile dai fan e dai suoi superiori.
Ahia", si legge nell'anticipazione, pubblicata anche su Twitter:
AJ Lee, tra l'altro, ha deciso di condividere con il resto del mondo un grave problema che la affligge da anni e che ha rischiato di comprometterle oltre che la carriera addirittura la vita stessa: "Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare, quando ero poco più che adolescente.🙁 pic.twitter.com/LunfDQg3YN — Danny (@dajosc11) 24 febbraio 2017
Come la nostra pelle olivastra e le nostre sopracciglia importanti, credo che sia solo un vizio di famiglia. Quando mi è stato diagnosticato credevo che la mia malattia sarebbe stata la mia grande debolezza, per tutta la vita.
Il disturbo bipolare poteva rivelarsi la mia prigione impenetrabile, poteva rendermi una specie di principessa rinchiusa in un castello in attesa di un improbabile ranocchio. Pensando non ci fosse via d'uscita, ho lasciato che la malattia mi consumasse.
Dopo aver assistito con quanta potenza aveva portato via quelli che amavo, ho dato per scontato che fosse la mia unica scelta. L'ho usato come capro espiatorio per il mio cattivo comportamento, imbarazzante e pericoloso nel mio processo decisionale.
Ho lasciato che mi prendesse tutto fino a quando non avevo quasi più niente da dare. Ho lasciato che fosse il mio difetto fatale". "Ma la cosa interessante dei 'difetti' - ha aggiunto AJ - è che sono veramente sotto gli occhi di tutti.
La debolezza può trasformarsi in forza con un semplice cambiamento di prospettiva. Devi prendere una scelta. Un giorno deciso di smettere di buttarmi in una battaglia persa. Ho deciso di rialzarmi e combattere. Vorrei abbandonarmi a ciò da cui la società mi ha insegnato a fuggire.
Quello che una volta era il mio segreto più vergognoso stava cominciando a diventare la mia arma segreta".
E infatti la Diva ha avuto il suo periodo migliore in WWE come la 'Psycho Girl' ossessionata da diversi lottatori tra cui ricordiamo John Cena, Daniel Bryan, Kane, Dolph Ziggler e soprattutto il futuro marito CM Punk.
Ora sappiamo meglio cosa c'era dietro quel personaggio, un personaggio che ha vinto la sua battaglia contro tutto e contro tutti.
A partire da quel Responsabile delle Relazioni con i Talenti, che non viene mai nominato ma che si può chiaramente riconoscere in John Laurinaitis. Che non a caso fu pesantemente attaccato proprio da CM Punk in persona.