Christopher Keith Irvine. Un nome che probabilmente dirà poco ai fan del pro-wrestling, della musica hard rock, della televisione a stelle e strisce e in generale dello show-biz americano. Ma tutto cambia se si scopre che dietro tale nome si cela Chris Jericho, uno dei migliori lottatori professionistici della sua generazione per quanto riguarda stile, tecnica, carisma e capacità al microfono.
Nato nel 1970 a New York (a differenza di quanto si creda è solo cresciuto a Winnipeg, in Manitoba, città canadese d'origine della famiglia), il giovane Chris si avvicinò al wrestling lottando nelle federazioni indipendenti appena ventenne, prima dell'approdo nella ECW di Paul Heyman e quindi in WCW.
Nel 1999 l'esordio nell'allora WWF, con l'ingresso utilizzato ancora oggi: il conto alla rovescia, la canzone 'Break the Walls Down' dei Sevendust e il nomignolo di Y2J. Questo nacque proprio nel 1999 per scimmiottare lo Y2K, il supposto 'Millenium Bug' che avrebbe dovuto gettare nel panico il mondo delle macchine allo scoccare del capodanno del 2000.
Già nel suo primo anno entrò nel giro per il titolo di campione WWF (battendo anche Triple H, in una decisione poi invertita dall'arbitro Earl Hebner, quello dello Screwjob di Montreal). L'anno della sua definitiva esplosione fu però il 2001: con la federazione infarcita di pezzi da novanta (da The Rock a Steve Austin, da Kurt Angle a Triple H) prima vinse la cintura di campione del mondo dei pesi massimi (che all'epoca ancora si chiamava WCW Championship) e poi, il 9 dicembre a Vengeance, battè addirittura nella stessa sera The Rock prima e Stone Cold poi laureandosi Undisputed Champion (campione indiscusso) della Federazione di Stamford.
Già in questi anni si affermò come un performer con una particolare predilezione per i segmenti al microfono, che hanno sempre catturato l'attenzione dei fan anche quando l'autoproclamatosi 'Ayatollah of Rock 'n Rollah' ha vestito i panni del "cattivo" (in realtà è avvenuto per la maggior parte della sua carriera).
Così nacque l'Highlight Reel (in origine Hi-Lite Reel), talk show nato come risposta al Piper's Pit di Rowdy Roddy Piper nel 2003 (primo ospite nientemeno che Goldberg). Tanti i segmenti rimasti nella storia (particolarmente memorabili quelli con Stephanie McMahon, figlia del proprietario della WWE, Vince) e innumerevoli le sue frasi ricorrenti che hanno fatto la storia della Federazione.
Senza tralasciare lo stile di lotta, perfezionato in Messico e in Giappone, che unisce un'ottima tecnica di base, in particolare con padronanza del gioco delle leve e delle manovre di sottomissione (a partire dalla sua finisher patentata, le Walls of Jericho) a evoluzioni dalle corde degne dei luchadores messicani (si pensi al Lionsault dalla terza corda).
Nel 2005 un altro momento storico: fu proprio l'atleta canadese nel corso del suo Highlight Reel il primo lottatore di RAW ad accogliere nello show principale della WWE John Cena, appena draftato da SmackDown! . I sorrisi iniziali si tramutarono presto in feroce invidia, con una faida che coinvolse anche il General Manager Eric Bischoff e si concluse con il licenziamento di Jericho, trascinato di peso fuori dall'arena dalla sicurezza nel corso dell'estate.
In realtà l'allontanamento del ring era stato studiato per permettere al versatile canadese di portare avanti i suoi innumerevoli altri interessi. A partire dalla musica: è infatti il cantante e frontman dei Fozzy, una band che suona power metal.
Intanto Jericho si affermò anche come conduttore televisivo e radiofonico. Nell'autunno del 2007 il ritorno, con una nuova (meno pericolosa) finisher, la "Code Breaker", e un nuovo tormentone, ispirato a Matrix: "Save Us".
La faida con Randy Orton fu il picco di questa fase da eroe buono, prima di abbandonare i panni di Y2J nel 2008 in cambio di una tenuta con tanto di giacca, cravatta e doppio petto. In questa fase tornò campione del mondo dei pesi massimi.
Un 'calcio proibito' di Randy Orton lo allontanò di nuovo dalla WWE fino al 2011, quando tornò esultando con la folla ma senza proferire una parola per settimane, quasi come presa in giro per la popolarità che certe superstar si guadagnano senza fare nulla per meritarselo, come avrebbe confessato in seguito.
Da allora si sarebbero fatte sempre più sporadiche le sue apparizioni sul ring, ma quasi sempre da eroe buono, essendo sempre più difficile giustificare l'incessante tifo tributatogli dai fan anche nelle circostanze in cui le esigenze di booking lo prevedevano come antagonista.
La minore attività non lo ha comunque limitato nelle proprie capacità: nel 2014 ha infatti vinto lo Slammy Award per il momento più estremo dell'anno, dopo un tuffo dalla cima della gabbia d'acciaio ai danni di Bray Wyatt.
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