Match con in palio il titolo femminile -voto 5.5: Botchato e bocciato. Il coraggio di proporre una stipulazione femminile pressoché inedita, inaugurando coi fatti la nuova era del wrestling femminile, non ha fruttato come si sperava.
Le contendenti hanno sbagliato tanto, a dispetto dei tiepidi cori di approvazione, e priva di pathos è la vittoria finale della Lynch: forse per il modo in cui è arrivata, con l'unica seria contendente (Nikki Bella) eliminata da un roll-up eseguito, peraltro, male.
Forse perché l'irlandese non è stata proposta nel modo più giusto: l'ex NXT è arrivata con uno status così e così e la vittoria del titolo la salva da una pericolosa svalutazione.
Nel complesso, comunque, il match si fa guardare, ma non ci sono paragoni con la controparte di Raw: Charlotte, Sasha e compagnia bella, per ora, sono una spanna avanti alle pur brave colleghe.
Usos vs Hype Bros- voto 6: Sufficienza per il secondo match della serata, con in palio la finale del torneo per i titoli tag team. Scontata la vittoria dei samoani, che da heel sfoggiano un attire azzeccato. Gli ex campioni di coppia dimostrano di stare bene nei panni dei cattivi e addirittura il loro nemico numero uno, il pubblico (che recentemente aveva disapprovato i cugini di The Rock), ha sottolineato la positività di questo turn, arrivato colpevolmente tardi.
Il match raggiunge la sufficienza, niente di più.
Miz vs Ziggler per il titolo intercontinentale- voto 6: Niente da contestare sulla logica dell'incontro, che avrebbe dovuto premiare Miz e così è stato. Giusto che la vittoria dell'Awesome One sia arrivata grazie a una trovata della perfida moglie, lasciando intaccato lo status di Ziggler.
Bravo l'attuale campione a giocare con le provocazioni verso il General Manager Daniel Bryan: segno che la loro faida potrebbe realmente avere un culmine, se l'ex campione del mondo decidesse di vestire nuovamente costume e stivali.
Il match in sè e per sé non è bello né brutto: sufficiente, a differenza della maggiorparte della card.
Kane vs Wyatt- voto 4: E' in questo angolo di card che sorgono i veri problemi. Alla vigilia del PPV circolano insistenti voci sull'impossibilità di Randy Orton di competere contro Bray Wyatt, in una faida frettolosamente imbastita due settimane or sono.
La WWE decide di giustificare on screen il fatto, proponendo un segmento assolutamente incoerente di Bray che pesta Randy nel backstage.
Il tutto in barba ai punti cardine della storyline: Bray sfida Orton, Orton accetta la sfida. Bray si proclama un "dio".
Ora, che bisogno avrebbe un "dio" di crearsi un vantaggio prima di un match in cui si ritiene il favorito?
Ma il peggio doveva ancora venire: l'Eater of Worlds raggiunge il ring, festeggiando per la vittoria sul Legend Killer per no contest.
Il ring announcer rivela che, però, c'è un avversario pronto a sfidarlo, che guadagna il quadrato: è Kane.
I due si affrontano in un match senza squalifiche. Apprezzabile il ritmo della contesa tra i due pesi massimi, che regalano un bello spot come la senton bomb di Wyatt sul tavolo dei commentatori.
Sul più bello, Orton arriva rifilando una RKO a Wyatt, successivamente schienato da Kane.
Morale della favola: l'unico beneficio ottenuto da tale gestione è la possibilità di mandare avanti una faida, però compromessa nelle sue premesse. Del resto avremmo fatto volentieri a meno. Usos vs Slater e Rhyno per i titoli di coppia- voto 6: Match che segue in maniera canonica i dettami dei tag team match.
Slater si fa pestare fino allo sfinimento, salvo rifugiarsi nell'hot tag di un Rhyno scatenato, che con una Gore trafigge uno dei samoani, successivamente schienato dal non più 'hottest free agent' in circolazione, visto che la vittoria dei titoli di coppia gli vale un contratto per Smackdown Live.
Divertente la storia raccontata: una ventata di leggerezza che dà buoni spunti per la nascente categoria.
Il lottato, però, non regala picchi degni di un PPV: niente di memorabile.
Proprio niente. AJ Styles vs Dean Ambrose per il titolo mondiale WWE- voto 6.5: Il match più bello della serata va oltre la sufficienza, nonostante un finale che fa storcere il naso. Al culmine di una contesa equilibrata, AJ Styles colpisce Ambrose con un low blow, eseguendo poi la sua Styles Clash e laureandosi campione.
Sebbene gli stili di lotta dei due contendenti non si sposassero alla perfezione, è venuta fuori una bella contesa.
Si avvertiva la stanchezza del regno di Ambrose, poco significativo, ma forse privarlo del titolo dopo una faida tanto breve è stato un errore per il suo status, parecchio ridimensionato.
The Phenomenal One, comunque, raggiunge il titolo massimo dopo un percorso tutto sommato coerente, che l'ha visto maturare a dovere prima di arrivare al top.
Dispiace non ci sia arrivato da face (buono), nonostante una buona attitudine da heel. Backlash- voto 5.5: Era pronosticabile alla vigilia, i fatti hanno confermato una evidente verità: Backlash non aveva le carte in regola per essere uno show di rottura, tale da inaugurare un nuovo inizio per il brand.
Falle coerenti in alcune trame, qualità del lottato appena sufficiente e un'assenza di pathos generale che fa riflettere.
Non c'è stato un cambiamento effettivo da prima della Brand Extension e il primo PPV monobrand fa balzare alla mente una domanda, non priva di retorica: non era meglio quando si stava peggio?
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