Manca ormai pochissimo all’appuntamento più atteso dai fan di wrestling: WrestleMania. Lo Showcase Of Immortals, giunto alla sua trentasettesima edizione, è sinonimo di spettacolo, emozioni, sorprese e consacrazione.
Uno degli esempi più iconici della storia fu sicuramente quanto fece Daniel Bryan nel 2014, autore di uno dei momenti ancora ricordati nell’immaginario collettivo. Il 6 aprile 2014, all’interno del mastodontico Mercedes-Benz Superdome di New Orleans, si svolse la trentesima edizione di WrestleMania, evento considerato uno dei più belli e più emozionanti degli ultimi anni, complice diversi ritorni, diversi incontri spettacolari, la fine della Streak di Undertaker e la definitiva rivincita di Daniel Bryan.
Il tutto iniziò addirittura nella notte di Summerslam 2013 quando l’American Dragon riuscì a sconfiggere John Cena e a diventare campione WWE; tuttavia, la gioia durò poco a causa dell’incasso di Randy Orton e del voltafaccia di Triple H, arbitro speciale della contesa precedente e protagonista assoluto del cambio di titolo immediato dopo il Pedigree su Bryan.
Da quel momento in poi, il Goat Face intraprese una lunghissima rivalità con l’Authority, fazione composta dai McMahon e dalla Vipera. Dopo mesi di ribaltamenti, guerre, umiliazioni, Daniel diede inizio allo Yes Movement e scompaginò tutti i piani della federazione con lo storico segmento dell’invasione di RAW, quando il pubblico si ribellò a Triple H e a Stephanie, salendo sul quadrato e incitando il loro beniamino.
Grazie a questa autentica sommossa popolare, The Game decise di affrontare a WrestleMania la faccia da capra, con il vincitore che avrebbe dovuto presenziare il main event valevole per il WWE World Heavyweight Championship tra il campione Randy Orton e Batista, tornato in federazione e vincitore della Royal Rumble 2014.
La notte di Bryan
La prima sfida per Bryan si rivelò subito tostissima e spettacolare, con HHH in grande spolvero e aiutato dalla moglie Stephanie; nonostante l’infortunio riportato nello show rosso per mano proprio dell’Authority, Daniel resistette e riuscì a vincere grazie alla sua ginocchiata.
Poco dopo il termine dell’incontro, il King Of Kings attaccò da dietro l’American Dragon e lo colpì al braccio (già bendato) con una violenta sediata. Alla fine, il fautore dello Yes Movement partecipò regolarmente al main event, anche se venne portato via in barella dopo la combo Batista Bomb - RKO subita sul tavolo di commento.
Il match sembrò destinato ad una vittoria di The Animal o della Vipera, ma incredibilmente Bryan tornò in azione, sorretto a gran voce dalla folla di New Orleans. Il Legend Killer sfiorò il successo dopo la sua mossa finale, ma l’atleta di Washington resistette.
Poco dopo, l’atleta di Washington eseguì la Batista Bomb sul campione, ma venne subito colpito dal Running Knee del Face Goat, il quale chiuse il suo avversario nella celebre Yes Lock. Dopo diversi secondi di attesa, la mano di The Animal batté a terra e l’intera arena esplose di gioia: Daniel Bryan è il nuovo campione del mondo.
L’Underdog riuscì nell’impresa di rompere l’egemonia dell’Authority e a centrare la sua definitiva consacrazione. Purtroppo, la sfortuna per Daniel non terminò dato che dovette rendere vacante la cintura per infortunio soltanto due mesi dopo la conquista dello Showcase Of Immortals.
Qualche anno dopo, Bryan dovette dire addio al mondo del wrestling tramite un promo molto triste in quel di Monday Night RAW. Per fortuna di molti fa, l’American Dragon è tornato a combattere regolarmente nel 2018 e, nel caso sconfiggesse il campione universale Roman Reigns ed Edge a WrestleMania 37, potrebbe replicare (in tono minore) il memorabile successo del 2014.