Come la WWE vinse la guerra piu' importante e cancello' la WCW



by MARCO ENZO VENTURINI

Come la WWE vinse la guerra piu' importante e cancello' la WCW
Come la WWE vinse la guerra piu' importante e cancello' la WCW

In queste difficili settimane per la WWE si parla spesso della fine degli anni '90, forse il periodo più simile a questo per quanto riguarda i bassi ascolti degli show settimanali della federazione dei McMahon. Ma all'epoca era in atto una vera e propria guerra.

Era la guerra del lunedì sera, anche se è il caso di chiamarla con il suo nome inglese: Monday Night War.

Doppio il significato di questa locuzione: i due show che andavano per la maggiore andavano infatti in onda proprio in quella serata e i loro nomi presentano una evidente assonanza, anzi un vero e proprio anagramma con Monday Night War: la WWF, esattamente come fa oggi la WWE che ne ha ereditato la storia, mandava in onda Monday Night Raw, la arcinemica WCW invece puntava tutto su Monday Nitro.

Provate a pronunciare velocemente Monday Night Raw: è praticamente lo stesso modo di pronunciare la stessa cosa.

Ebbene, lo show della WCW, più giovane di quello della WWF, era stato capace di raggiungere e superare quello della prima federazione mondiale con alcune mosse difficilmente prevedibili solo pochi mesi prima.

La compagnia di Ted Turner, infatti, si avvaleva del genio di Eric Bischoff e Vince Russo al writing ed era riuscita a mettere sotto contratto le stelle Ric Flair, "Macho Man" Randy Savage, Goldberg, Lex Luger, Sting, The Ultimate Warrior, Mister Perfect e soprattutto Hulk Hogan.

L'Hulkster, abbandonati i colori sgargianti giallo e rosso della Gimmick Era, si vestiva ora di un più sobrio nero e con il nuovo nome di Hollywood Hogan aveva assoldato una serie di stelle del calibro di Kevin Nash, Scott Hall, Sean Waltman per attaccare al cuore l'organizzazione della WCW creando una nuova, malvagia dirigenza.

Era il New World Order, per tutti nWo, una delle stable che più di tutte ha cambiato la storia del wrestling professionistico moderno.



E la WWF? Schiava dei propri lottatori di punta legati a doppia mandata al loro personaggio e alle prese con un rinnovamento necessario ma che non riusciva ad arrivare (vi ricorda qualcosa?), per ben 18 mesi perse appunto la guerra del lunedì sera a vantaggio della rivale WCW.

Non bastavano più Undertaker e Kane, Sicho Sid e The British Bulldog, per non parlare dello Screwjob di Montreal, il match per il titolo tra Bret Hart e Shawn Michaels che aveva scosso dalle fondamenta la federazione, generando polemiche più che seguito.



Ma ciò che successe lunedì 4 gennaio 1999 cambiò per sempre il corso della storia.

La WWF dopo i fatti di Montreal decise di prendere in pugno la situazione e di lanciare nuovi atleti: Triple H, The Rock e soprattutto Stone Cold Steve Austin. Stava nascendo la Attitude Era. La federazione riprese ossigeno, ma superò per la prima volta la WCW per un clamoroso errore di valutazione di quest'ultima.

Accadde infatti che nel corso di WCW Monday Nitro, che veniva trasmessa in diretta a differenza di Raw, che la WWF registrava, fu annunciata in anteprima la vittoria del titolo da parte di Mankind, ossia Mick Foley, ai danni di The Rock.

Uno spoiler. Che però si ritorse contro la WCW, con 600mila spettatori che cambiarono immediatamente canale per vedere la vittoria di Foley, nonostante il risultato fosse già noto.



Una vittoria dello smart wrestling sul mark wrestling e un nuovo capitolo della storia della disciplina scritto quasi per caso.

La WWF aveva battuto la WCW, per la prima volta da un anno e mezzo. E, grazie ai suoi nuovi eroi, non avrebbe mai più perso. Tanto da far fallire la WCW due anni dopo e addirittura rilevarne le quote. Era il 2001 e l'anno dopo la sovrabbondanza di lottatori indusse la WWF (nel frattempo già WWE) a raddoppiare gli show: dopo Raw ecco SmackDown.

E il wrestling come lo conosciamo oggi. Tutto grazie a (o per colpa di, a seconda delle preferenze di ognuno) il più grave errore di booking di sempre.