Interviste (im)possibili - Goldberg: "Avete voluto Brock Lesnar? Ora tenetevelo"
by MARCO ENZO VENTURINI | LETTURE 7286
Goldberg contro Brock Lesnar è stato uno dei punti cardine della WWE da ottobre 2016 fino al 2 aprile scorso. Ossia il giorno di WrestleMania.
Buona parte del "merito" va ascritta a Goldberg. Scelto come semplice giocatore utilizzabile in WWE 2K17 da chi avesse preordinato il gioco, ha poi sfidato quasi per scherzo il suo ultimo rivale in WWE Brock Lesnar.
Poi è tornato a Raw, prendendosi un'ovazione riservata solo ai più amati di sempre. E ci ha preso gusto, ha deciso di combattere un ultimo match, poi un'ultima Royal Rumble. Poi ha deciso di fare un'ultima corsa per un titolo assoluto, aggiudicandoselo.
Quindi la resa dei conti finale, con Brock Lesnar che l'ha battuto. Ma con il pubblico che nel frattempo aveva profondamente cambiato idea su di lui, arrivando a contestarlo rumorosamente, sostenendo il "cattivone" Brock. Ma come ha vissuto questa situazione e questo radicale cambio di atteggiamento verso di lui il buon Da Man?
Benvenuti al nono episodio delle nostre Interviste (im)possibili: ospite (del tutto fittizio) l'ex WCW World Heavyweight Champion, World Heavyweight Champion e WWE Universal Champion Bill Goldberg.
Goldberg ce lo siamo immaginato a casa sua, ad Atlanta in Georgia.
Ce lo siamo immaginato in giardino (eh sì, ad Atlanta c'è il sole! Abbiamo controllato...) impegnato nell'organizzare un tipico pranzo domenicale di metà primavera. Bill è in giardino, che sta preparando una grigliata insieme al figlioletto Simon.
Sulla brace ci sono 55 salamelle. Ovviamente 50 sono per il solo Bill, che anche di domenica non abbandona la sua "dieta" iperproteica. Ci accoglie e accetta di rispondere alle nostre domande, ricevendoci nel salotto di casa.
Signor Goldberg, insomma alla fine ha perso contro Brock Lesnar.
E lo ha fatto a WrestleMania, tra l'altro perdendo il titolo...
"Beh sì. Per me era il momento di chiudere questa esperienza".
Le ha fatto male farlo così?
"No. Era una storyline. Con Brock le cose sono sempre andate esattamente com'era stato previsto.
Anzi, lui è stato un vero professionista ad accettare alcune precedenti sconfitte che erano state previste per lui. Sono state anche piuttosto umilianti. Ma alla fine è stato premiato con il titolo. La cosa che mi ha lasciato deluso è un'altra".
Di che si tratta?
"Del fatto che una buona parte dei fan non mi abbia capito. E soprattutto mi ha ferito rendermi conto di quali fan si trattava".
In che senso? Di quali fan si trattava?
"Di quelli che più mi conoscevano.
E dai quali mi sarei aspettato un po' di considerazione in più".
Si spieghi meglio...
"Sono tornato a ottobre in WWE. Erano 12 anni che non salivo su un ring, e allora mio figlio non c'era. Quel pubblico mi ha fatto sentire talmente coccolato e amato che mi sono ricordato che quello era il mio posto.
Un ring di wrestling. Tra l'altro lui era lì e ha potuto toccare con mano quanto importante era stato il suo papà. Questo mi ha fatto decidere di regalare a mio figlio, a me stesso e anche a quel pubblico straordinario un pezzo di quello che era stato il Da Man che sembravano amare tanto.
Ma poi qualcosa è andato storto".
Ha capito cosa?
"Credo di sì. Credo che quel pubblico che mi ha tanto acclamato mi amava non per un reale ricordo delle mie prestazioni sul ring. Piuttosto è stato guidato da una semplice nostalgia, dal desiderio di vedere all'opera qualcuno che forse nemmeno conosceva personalmente.
Rivolevano Goldberg, ma non avevano mai visto Goldberg. Perché ragazzi miei, Goldberg ha sempre lottato come ha lottato nel 2016 e nel 2017, per pochi minuti e demolendo il suo avversario di turno. Se era questo che rivolevano, perché si sono tanto ribellati dopo?".
Forse i tempi sono cambiati...
"Non importa. Perché quello che la gente aveva declamato a gran voce non era un nuovo Goldberg. Era il solito, vecchio, conosciuto Goldberg. Che peraltro adesso ha un'altra età rispetto ai tempi d'oro.
E posso garantirvi che ho fatto tutto quello che potevo per regalare loro il miglior Goldberg possibile. Mi sono allenato senza sosta, ho provato a ritrovare il migliore stato di forma possibile, per poter salire sul ring e non sembrare un anziano signore che ci prova e basta.
Volevo essere credibile e credo di esserlo stato. Ma era l'innocenza dei fan che si è andata via via perdendo per strada. E alla fine hanno ottenuto quello che si meritavano".
Cioè? Cosa si meritavano secondo lei?
"Sentite, io ho abbandonato il wrestling per oltre un decennio.
Ma quando ho deciso di riabbracciarlo mi ci sono dedicato anima e corpo, anche per l'affetto che avevo percepito quando sono tornato. Ma tutti hanno notato solo i miei inciampi, i miei errorini di percorso, la mia fronte che sanguinava solo perché sono un essere umano emotivo.
E soprattutto mi hanno demolito per il fatto di combattere per pochi minuti per volta. Ma io ho sempre combattuto così, è il mio modo di fare wrestling, l'unico che conosco e quello per cui pensavo di essere amato e rispettato.
Sono arrivato a WrestleMania avendo tutto il pubblico contro e la gente che tifava per Brock Lesnar, che doveva essere il grande cattivo. Bene, ora Brock è diventato WWE Universal Champion. Ma essendo più furbo di me si è preso il titolo e se l'è portato a casa.
Non lo vedete da oltre un mese, e non lo vedrete per molto tempo ancora. Se lo può permettere. Anche io forse me lo sarei potuto permettere, ma ho fatto scelte di altro tipo. Se la gente mi ha considerato ridicolo per questo sono affari loro.
Ora il campione è più giovane, più credibile, più brutale e tutto quello che volete. Ma non è in tv, e se fossi stato io il campione invece non sarei sparito dalle scene. Di conseguenza mi viene solo da dire una cosa. Avete voluto come campione Brock Lesnar? Adesso tenetevelo".