Interviste (im)possibili - Roman Reigns: "Non e' colpa mia, mi disegnano cosi'..."



by MARCO ENZO VENTURINI

Interviste (im)possibili - Roman Reigns: "Non e' colpa mia, mi disegnano cosi'..."
Interviste (im)possibili - Roman Reigns: "Non e' colpa mia, mi disegnano cosi'..."

E' il 3 marzo, il che vuol dire che tra un mese esatto sarà tempo di WrestleMania. E per il secondo anno consecutivo nel main event ci sarà Roman Reigns, il lottatore più chiacchierato degli ultimi mesi.

Così ci siamo domandati: se lo intervistassimo oggi, e lui uscisse dal personaggio, cosa ci risponderebbe? Come sta realmente vivendo questo periodo decisamente contraddittorio della sua carriera? Benvenuti al secondo episodio delle nostre Interviste (im)possibili: ospite (del tutto fittizio) il due volte campione del mondo Roman Reigns.

Il Mastino ci apre le porte di casa sua, a Pensacola, dove si trova approfittando del fatto che la WWE in queste settimane sta girando per la East Coast. Sul divano, insieme a lui, c'è la figlia Joelle, la stessa inserita nella storyline che lo vide contrapposto a Bray Wyatt.


Ciao Roman. Manca un mese esatto a WrestleMania. Sei nervoso?
"Certo che sì. Ma non per i motivi che potreste pensare voi". Spiegati meglio
"Va bene il match, la contesa per il titolo, la paura di sbagliare. Ma tanto lo sappiamo tutti che in qualche modo prima o poi la cintura tornerà mia, perché è questo che la WWE vuole.

Ma credete che a me faccia piacere avere tutta la gente contro? Dover essere il loro eroe e raccogliere ogni fottuta notte dei veri e propri boati di contestazione? A chi crede che io ne approfitti e in realtà tragga beneficio dalla situazione voglio spiegare come stanno davvero le cose".

E' una questione molto interessante. Come vive davvero la reazione del pubblico Roman Reigns?
"Male. Voi credete che l'Authority non ascolti i boo, i cori per lottatori del passato, il tifo contrario a quello che dovrebbe essere.

Ma in realtà tutte queste cose le ascoltano. Le ascoltano molto bene. E il peso di questa responsabilità finisce tutto sulle mie spalle, ma io non posso farci molto". Sei pur sempre l'attuale volto di punta della federazione.

Possibile che tu non possa fare proprio nulla?
"Io faccio il mio lavoro, e faccio quello che sono in grado di fare. Oltre non mi spingo. Mi sono allenato e padroneggio un certo tipo di mosse, che sono quelle. E non di più.

Ma negli anni ho fatto dei miglioramenti, direi. E non credo le mie mosse siano tante di meno rispetto a quelle per esempio di Ryback, Sheamus o dello stesso John Cena. Sono andato a lezione di recitazione, ma non è il mio campo.

Ci ho provato, non sono in grado di trascinare il pubblico. Non sono mio cugino The Rock, che tra parentesi nemmeno è mio cugino". E chi è allora Roman Reigns? Come ti piacerebbe vendere il tuo personaggio?
"Roman Reigns è un duro, uno che picchia forte e che non deve chiedere niente a nessuno.

Voglio ricordarvi che quando ero nello Shield, e dovevo essere tra i cattivi, il pubblico adorava me esattamente quanto i miei amici Dean e Seth. Per motivi diversi, ovvio, ma facevo parte anch'io del pacchetto. Volevano le mie spear.

Nella Royal Rumble in cui ho battuto il record di Kane, e che poi ha vinto Batista, tifavano per me. A quei tempi sì che mi divertivo. La gente mi rispettava per quello che potevo fare, e non dovevo andare oltre. Ed era solo tre anni fa, non venti".

E' chiaro che questo non potrà succedere entro WrestleMania. Cosa ti auguri per il tuo immediato futuro, quindi?
"La rivalità contro l'Authority va portata a compimento. Se devo essere sincero spero che questo match per il titolo che Triple H ha accettato contro Dean Ambrose a RoadBlock gli faccia perdere la cintura.

Così io e Hunter ce la vedremmo a Dallas solo per l'onore, e lascerei le luci della ribalta e la lotta per il titolo a Dean e Brock, che sono i più amati dalla gente in questo periodo e che se lo meritano anche".

Facci capire: saresti addirittura disposto a rinunciare al main event di WrestleMania e a un titolo di campione del mondo quasi certo?
"Non fraintendiamoci. Io voglio essere campione del mondo. Lo voglio più di ogni altra cosa.

Ma non voglio esserlo in questo modo. A Detroit sono stato pestato da Hunter e ho fatto un casino col sangue, e la gente invece di restare scioccata voleva vederne ancora di più. Erano massimo ventimila, e volevano vedermi soffrire.

A Dallas potrebbero essere novantamila. Di far incazzare novantamila persone non ho assolutamente voglia, non mi va di entrare nella storia per un motivo del genere. Voglio tornare campione, certo, ma a modo mio". E quindi che evoluzione speri di dare al tuo personaggio?
"Un'evoluzione verso il male.

Spero tanto che si crei un angle che mi permetta di rompermi le palle sul ring, ribellarmi ai miei alleati, prendere a pugni nei denti tutti quanti e potermene andare via con la mia faccia da duro, che è l'unica che riesco a fare bene.

Non credo che mi attirerei più fischi di quelli che già ricevo, ma almeno sarebbero giustificati. E mi restituirebbero credibilità". Un'ultimissima domanda: vorresti dire qualcosa a tutti i fan che ti fischiano?
"Avete ragione, fate bene a fischiare. Ma non è colpa mia. E' che mi disegnano così".

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