A volte le matricole o gli esordienti riescono a lasciare un segno più profondo. E non parlo per forza di ottime prestazioni.
Prendiamo James Ellsworth. Un perfetto sconosciuto come tanti altri in una delle tantissime open challenge. Eppure eccolo lì, con un contratto che lo lega alla federazione di wrestling più famosa al mondo, traguardo ambito da molti professionisti ben più capaci e validi di lui. E magari con un fisico che rimandi ad un atleta e non all'ubriacone del quartiere. Ma i muscoli e la preparazione fisica si possono perfezionare e potenziare, la dote naturale si ha dalla nascita. E la dote del buon James è la faccia. Si, la faccia da mediocre perdente che però, se valorizzata in un contesto grottesco come quello del match improbabile con Braun Strowman, diventa maschera goliardica e giocosa. Ridicolo certo, ma non passa inosservato. E quindi si può puntare su qualcosa che distolga l'attenzione dalle faide e dai musi duri dei colossi. Il momento di svago.
Hornswoggle. Il piccolo aiutante di Finlay è diventato una personalità indipendente, criticato per i risultati ottenuti nella categoria dei pesi leggeri (della quale risulta ultimo campione fino alla riesumazione della cintura recente e conseguente rinascita della divisione, con discutibile successo...), ha tuttavia riscosso diversi consensi e simpatie per aver dato risalto insieme ad El Torito quella che comunque è una categoria che nella disciplina non era mai stata valorizzata prima di loro. Non senza una buona dose di incontri gradevoli aggiungerei, soprattutto per quanto rigurada il messicano. Personaggi unici, intrattenimento più leggero ma comunqe valido.
Santino Marella è stato protagonista di quello che credo si possa considerare uno dei migliori debutti nella storia. Titolo intercontinentale e sconfitta ai danni di Umaga, monster heel dell'epoca. E per poco non realizzò molto di più negli anni successivi: finalista nella Royal Rumble 2011 con Alberto Del Rio ed ultimo ostacolo alla difesa titolata di Daniel Bryan nell'elimination chamber del 2012 (ogni tanto mi capita di ipotizzare quale scenario si sarebbe verificato se avesse vinto in entrambe le occasioni). Lascia la WWE nel 2016 ma non prima di aver vinto il titolo Usa e quello di coppia, oltre al già citato alloro intercontinentale, conquistato due volte. Il personaggio assurdo e caricaturale, come spesso accade in WWE con le etnie diverse da quella statunitense, era sempre protagonista di situazioni bizzarre e addirittura "en travesti" con la gimmick Santina. Insomma, anni di assoluta comicità e situazioni paradossali.
Jinder Mahal è la sorpresa più grande di quest'anno, positiva e non. Positiva perchè dimostra che chiunque può ambire a diventare qualcuno anche nel periodo più insensato della sua carriera, o magari che anche chi una carriera nemmeno l'ha avuta (credo sia questo il caso) può risollevarsi gloriosamente in poco tempo e vedere riconsiderata la sua posizione. Negativa perchè dimostra ancora una volta come il vecchio Vince, o chi fa le sue veci, tenda a valorizzare i colossi muscolosi, alti e senza personalità piuttosto che atleti brillanti, carismatici e tecnicamente eccelsi. Ora chiedetevi: Zack Ryder ha da invidiare qualcosa all'attuale campione del mondo di Smackdown? Proprio nulla a mio avviso. Se poi volessimo proporre il paragone con Cesaro metteremmo in imbarazzo il Maharaja...
Eugene che sconfigge Kurt Angle, Maven che elimina Undertaker dalla Royal Rumble, Kevin Federline che schiena John Cena, Chavo Guerrero e Vince McMahon con il titolo ECW, David Arquette campione del mondo WCW... Nella storia del wrestling le sorprese non sono mai mancate, anche se non sempre sono state accolte con piacere. Ciò è dipeso da chi ne è stato coinvolto e da come esse si sono verificate. Ma non è questo il bello dello sport entertainment?
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