Dirty Deeds - Verita' scomode: l'importanza di avere veri cattivi



by MARCO ENZO VENTURINI

Dirty Deeds - Verita' scomode: l'importanza di avere veri cattivi
Dirty Deeds - Verita' scomode: l'importanza di avere veri cattivi

Il terrificante, confusionario maggio 2017 della WWE si sta completando e finalmente si inizia a vedere un po' di luce nella federazione. E un po' di ordine nelle storie che ogni settimana ci vengono proposte sul ring. Con un tratto comune di partenza, ma con Raw e SmackDown che poi si distanziano l'una dall'altra.

Andiamo a spiegarci meglio. Raw sta faticosamente procedendo nella definizione delle proprie storyline, in quest'ultimo mese e mezzo senza il proprio campione assoluto e con il lottatore che era stato eletto come primo sfidante certo ormai fuori dai giochi.

A Grand Rapids, in Michigan, abbiamo quindi visto ancora una volta i cinque contendenti al ruolo di primo sfidante confrontarsi ancora una volta. Tralasciando il fatto che si debba parlare di "contendenti al ruolo di primo sfidante", espressione che da sola aiuta a capire quanto ferme siano le acque a Raw, l'inizio è stato tutt'altro che consolante.

Una puntata di uno show principale della WWE che vede i primi due incontri terminare per squalifica (Bray Wyatt contro Roman Reigns per intervento di Samoa Joe e Elias Samson contro Dean Ambrose per intervento di The Miz) ammazza il livello di interesse intorno all'azione.

Per fortuna però è arrivato il main event e prima ancora di esso Paul Heyman. L'avvocato di Brock Lesnar ha di fatto eletto Finn Bàlor come il contendente più credibile alla cintura del campione, mentre gli altri quattro aspiranti sfidanti si sono scontrati in un match due contro due decisamente più interessante rispetto ai soliti scontri di coppia che spesso la WWE ci propina.

Tanto attaccata con lo scotch l'alleanza tra Bray Wyatt e Samoa Joe, quanto radicata quella tra Seth Rollins e Roman Reigns. Ma l'intera puntata è girata intorno alle nuove crepe che sembrano crescere nel rapporto tra i due ex Shield.

Prima il Mastino che snobba il ritrovato amico Architetto ("Ti avevo chiesto di lasciarmi fare da solo"), poi lo stesso Mastino che con un errore determina la sconfitta dei "buoni", travolgendo il collega e non riuscendo ad evitare né l'assalto di Wyatt, né la decisiva finisher di Joe.

Tutto fatto piuttosto bene, dato che ci è rimasto il dubbio su chi possa eventualmente scegliere di passare al male tra Rollins e Reigns (forse stavolta sarebbe decisamente più indicato il secondo) e soprattutto dato che a beneficiarne sono stati due cattivi veri, spietati e opportunisti come Wyatt e Joe e non delle fortunate canaglie un po' vigliacche che agli occhi dei fan appaiono come dei semplici opportunisti (insomma, come purtroppo è stato per mesi Kevin Owens).

Anche a SmackDown ci sono diversi atleti di primo livello che stanno provando a capire se potranno aspirare al titolo assoluto. Sono ovviamente gli iscritti al Money in the Bank Ladder Match e anche qui c'è stata una sfida di coppia che, insieme al match tra Sami Zayn e Baron Corbin, ci ha permesso di studiarne gli equilibri.

Intanto siamo in presenza di uno degli incontri della storia di questa stipulazione dal più alto livello tecnico della storia. Basti pensare a Nakamura e AJ Styles, senza dimenticarsi Kevin Owens e Sami Zayn, oltre allo stesso Dolph Ziggler che nel lottato puro non è certo l'ultimo arrivato.

Ma a completare la perfetta amalgama non poteva che esserci uno come Baron Corbin, un cattivo vecchio stampo e tutto di un pezzo che, per quanto perda (Sami Zayn l'ha praticamente umiliato), è indicatissimo per mettere in risalto gli eroi buoni, che senza un vero cattivo con cui scontrarsi rischiano di perdersi inesorabilmente.

E lo abbiamo visto anche nel recente passato. Esattamente per lo stesso motivo, ben venga il regno di Jinder Mahal. Il neo campione WWE è un vero cattivo, uno di quelli che mancavano da tempo e che imploravamo la WWE di riconsegnarci.

Rappresenta tutto ciò che un lottatore buono è chiamato a combattere: è arrogante, violento, presuntuoso, di pessimo carattere e anche di provenienza esotica (cosa che in America funziona sempre parecchio, che lo si voglia o no).

E' l'uomo giusto per permettere ai buoni di diventare dei veri eroi agli occhi dei fan. Ecco perché forse una sua conferma titolata a Money in the Bank è diventata la cosa migliore per lo show. In modo da permettere al vincitore della valigetta una vera esplosione, specie se fosse un lottatore face.

Peccato che di mezzo, al momento, ci sia Randy Orton. Ossia il peggior "buono puro" che la WWE possa proporre ad alti livelli (The Viper ha stile di lotta, atteggiamento e faccia da schiaffi che lo rendono l'anti-face per eccellenza. E prima se ne renderanno conto a Stamford e meglio sarà per tutti)...

Raw Smackdown