Dirty Deeds - Verità scomode: WWE, ma invece di licenziare... Qualcuno che comandi?
by MARCO ENZO VENTURINI
L'episodio di SmackDown dello scorso venerdì è stato il primo show settimanale WWE dopo che la tagliola dei licenziamenti si era abbattuta sul main roster e anche su NXT. Lo spettacolo, come si dice in questi casi, deve andare avanti e lo ha fatto. Se però la salute in particolare dello show blu continua a sembrare decisamente buona, un problema continua ad attanagliare tanto SmackDown quanto Raw. E se da un lato soprattutto la Bloodline sembra incarnarlo alla perfezione, in realtà la questione è decisamente più ampia. Anche se l'ultima apparizione di Adam Pearce la riassume meglio di tanti altri segmenti del passato anche recente.
Quello che si è consumato nel backstage dell'arena di Phoenix (Arizona) è infatti la perfetta esemplificazione di ciò che non funziona in WWE da ormai troppo tempo. Proviamo a riassumerlo: Adam Pearce si presenta quasi in punta di piedi nello spogliatoio/ufficio/quartier generale/bugigattolo/scannatoio che ospita la Bloodline. Ha qualcosa da dire, che però sin da subito sembra non piacere in particolare a Solo Sikoa. D'altra parte Jimmy Uso invece tranquillizza tutti, soprattutto il nuovo arrivato. Che poi spara la bomba: ha preparato il contratto per un tag team match. E questo sembra infastidire soprattutto Paul Heyman.
L'inquietante reazione della Bloodline a un contratto
"Fintanto che questo match non è per stasera, mi sta bene", premette il Wiseman. E Pearce, sempre in punta di piedi, specifica che in effetti non è per l'episodio di SmackDown in questione. Ma per Fastlane. "E chi ha preso questa decisione?", protesta Heyman. Ma Jimmy Uso, linea comica del segmento, mostra il suo entusiasmo e preannuncia che si recherà sul ring per firmare il fatidico contratto. Apprendiamo che gli avversari saranno John Cena e AJ Styles, quindi il povero Adam leva le tende. Sappiamo poi che cosa succederà sul quel ring, ma il punto non è questo.
Ancora Heyman protesta, sottolineando all'attenzione di Jimmy che "per decisioni come queste servono l'approvazione e l'autorizzazione del Tribal Chief, prima". L'Uso dello show blu resta però convinto del suo operato e se ne va via bello garrulo. Anche Solo Sikoa sembra sicuro del fatto suo e il Wiseman, rimasto solo e sempre più perplesso, telefona a Roman Reigns. Ok.
Se qualsiasi samoano fa il lavoro di Adam Pearce
Solamente a noi tutto questo segmento sembra incredibilmente sbagliato?
Vediamo un po'. Adam Pearce, che dovrebbe incarnare l'unica, residua figura autoritaria costantemente presente in WWE si presenta dalla fazione più importante del main roster e, invece di fissare un match, chiede con tutte le cautele del caso se può procedere? E quelli della Bloodline si rimbalzano tra loro i motivi per cui è giusto o sbagliato procedere? Ma chi comanda a SmackDown: la WWE, nel caso Adam Pearce, o Paul Heyman, l'ormai costantemente assente Roman Reigns e il resto della cricca samoana?
No, perché tra le altre cose stiamo vedendo sempre più lottatori decidere per conto loro non solo i propri match, ma perfino spostamenti vari ed eventuali di colleghi anche di peso. Non dimentichiamoci che se Jey Uso è a Raw a fare casino, secondo storyline, è perché Cody Rhodes ce l'ha chiamato. A Payback, tra l'altro. Cosa?
Ora.
Che la Bloodline disponga di un potere gigantesco è evidente e anche funzionale alle storyline in corso. Quindi lo accettiamo. Però è assolutamente fondamentale che in WWE torni a presentarsi qualcuno che abbia almeno un briciolo di parvenza di potere tra le mani. Di controllo della situazione. Può essere anche crudele, spietato, corrottissimo, o scemo come una zappa. Ma dev'esserci, urgentemente.
General Manager o no, basta che si presenti qualcuno
Perfino il Triple H dell'Evolution e del regno del terrore aveva il suo Eric Bischoff. Che gliele permetteva più o meno tutte, ci mancherebbe. Però c'era. Come d'altra parte se Steve Austin ebbe modo di diventare il capopopolo che diventò, era perché aveva un Vince McMahon tiranno a cui rendere la vita impossibile. I campioni in quel periodo cambiarono, il tiranno restava. E adesso non può essere Roman Reigns. Paul Heyman magari sì, ma con un ruolo diverso rispetto a quello che la WWE ci sta descrivendo.
Una WWE che intanto, come detto, ha licenziato a destra e a manca gente inutile, gente che sarebbe potuta essere (ancora) utile e gente che non sapremo mai se sarebbe potuta diventare utile. Ma Adam Pearce ancora è lì. A rappresentare il potere, avendo però tra le mani sempre meno potere. Ecco, se c'è una cosa che la nuova gestione deve tornare a portare in scena, sono le figure di potere. Quelle vere, però.
E non i Roman Reigns. Ma qualcuno che li contrasti. O, se serve, li appoggi. Ma in rappresentanza della WWE. Che, altrimenti, rischia di sembrare ai nostri occhi ancora più svuotata di quanto non lo siano i suoi spogliatoi dopo la fusione griffata Endeavor.