Dirty Deeds - Verità scomode: The Rock e Usos ovunque, è rischio indigestione samoana
by MARCO ENZO VENTURINI
Questa settimana, è inutile girarci attorno, ha scatenato l'entusiasmo di fan vecchi e giovani della WWE. Si sa infatti come spesso e volentieri sia sufficiente dare in pasto al pubblico qualche leggenda per rendere tutti contenti. E non solo: questo regala attenzioni, magari restituisce qualche appassionato che da tempo aveva abbandonato la nave, o cattura l'interesse di qualcuno che magari uno show nemmeno lo aveva mai visto. Ma se c'è The Rock a SmackDown, beh!, vale la pena guardare SmackDown. E se poi c'è anche John Cena, a maggior ragione. Ok, tutto bellissimo: ma qual è il costo?
Se infatti il resto del mese e tutto ottobre gireranno parecchio intorno proprio a John Cena (che, forte dello sciopero degli sceneggiatori in corso negli Usa potrebbe anche tornare a calcare il ring), il mondo intero già inizia a domandarsi quale sarà la prossima mossa del grande The Rock. Già si fantastica su WrestleMania 40 (mentre decisamente nebulosi sono ancora i piani che portano alle ben più vicine Survivor Series). Già ci si immagina la scena in cui il People's Champion andrà grugno a grugno contro Roman Reigns, magari con tutti i titoli dell'universo in palio. Il bello, in tutto questo, è che Roman Reigns nemmeno c'è. I suoi parenti, invece, sono dappertutto.
L'errore alla base di Jey Uso a Raw
Sì, perché tre giorni dopo la storica puntata di SmackDown andata in onda da Denver, è stato il turno di Raw. E a Salt Lake City tanto (troppo?) è girato intorno...indovinate a chi? A Jey Uso.
Tutta l'operazione iniziata a Payback, dove Cody Rhodes annunciò di aver portato a Raw il gemello reietto degli Usos "perché quello che aveva subito era un'ingiustizia", era apparsa sin dall'inizio la peggiore scelta che si potesse adottare in questo specifico momento. La situazione in casa Bloodline è di fatto congelata da SummerSlam: ed è grave, se pensiamo che da almeno due anni e mezzo qualsiasi vicenda di SmackDown ruota intorno a Roman Reigns e, dal 2022 in poi, il discorso si è spostato all'intero main roster. Ebbene: l'unica vicenda di rilievo assoluto da una ventina di mesi è ferma, in attesa che Jey sbloccasse qualcosa. E invece questo è andato ad agitare le acque nell'altro roster.
La WWE era riuscita comunque a tirare avanti in qualche modo, dando peraltro vita a show tutt'altro che negativi. Si attendevano solo le Survivor Series, il ritorno di Jey Uso, a capo di una fazione che affrontasse quella di Roman Reigns in un match a eliminazione (o magari nei WarGames), il Tribal Chief sarebbe rimasto ancora campione dopo un altro Big Four e tanti saluti: la Royal Rumble sarebbe stata tutto sommato vicina e sarebbe partita la costruzione verso l'anno nuovo.
E invece no.
Mandiamo Jey Uso a Raw, facciamogli fare quello che un po' è buono e un po' cattivo, un po' bisognoso di attenzioni e coccole e un po' pronto a pugnalare la qualunque. Prendiamo anche il Judgment Day, un act che ha fatto una fatica boia a trovare una sua dimensione e ora domina il Raw rosso, e rendiamolo a sua volta un affare della Bloodline. Perché voi credete davvero che Jey, qualsiasi cosa decida, resterà a lungo scollegato da Roman Reigns e parenti?
Troppi samoani: anche The Rock rischia di non bastare
Poi certo, nulla vieta che proprio questa sia la costruzione delle Survivor Series (Roman Reigns e ciò che resta della Bloodline più qualche eventuale mercenario da una parte, Judgment Day e Jey Uso dall'altra, con Jey che ovviamente tradisce e torna a casa). Però suvvia: c'era davvero bisogno?
Di personaggi e storie interessanti ce ne sarebbero, basterebbe vedere i progressi che ha fatto la storyline tra Seth Rollins e Shinsuke Nakamura. Ma in WWE continuano a credere che finché la Bloodline non ti tocca, non sei rilevante. E se la Bloodline ha toccato tutto e tutti, bisogna riportare The Rock.
Il problema è che funziona. Almeno fino a quando anche lui finirà con il non bastare più. La speranza è che ciò avvenga prima che questa spanzata di samoani dappertutto non si trasformi definitivamente in una indigestione.
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