Dirty Deeds - Verità scomode: Bloodline, quando il tutto diventa uguale al niente
by MARCO ENZO VENTURINI | LETTURE 2702
Mino Martinelli, professione filosofo, è uno dei personaggi più sottovalutati di Antonio Albanese. Il suo sketch tipico prevedeva delle dissertazioni a tutto tondo sulla vita, il destino, volontà, idee, universo, riflessioni, grandi cause e inevitabili conseguenze. Ogni cosa poi (al netto delle abitudini poco salutari del professore) si riassumeva in una contemporaneamente euforica e disperata conclusione: il tutto, inevitabilmente, coincideva con il nulla. "Tutto tutto niente niente", del resto, era il tormentone. Che, per uno strano effetto Mandela, tanti attribuiscono a Cetto La Qualunque (del resto protagonista dell'omonimo film), ma la frase era di Martinelli. Che, come il suo personaggio del resto suggeriva, sembrava in quel 2005 aver previsto il futuro: in particolare il 2023, e l'attuale destino di Roman Reigns e gli altri protagonisti presenti e passati della Bloodline.
Il nuovo senso di Roman Reigns & Solo Sikoa vs Kevin Owens & Sami Zayn
Già da WrestleMania 39 l'alleanza samoana sta vivendo evidenti stravolgimenti, che però nella puntata di SmackDown di venerdì scorso sembrano aver raggiunto il loro attuale picco massimo. Sul ring di Columbia, in South Carolina, abbiamo infatti visto Roman Reigns e Solo Sikoa istruire Sami Zayn e Kevin Owens, attuali campioni di coppia, sul loro destino. I quattro si affronteranno infatti a Night of Champions in un match titolato che esclude del tutto gli ex campioni Usos. Almeno in apparenza: Jimmy & Jey sono infatti intervenuti per attaccare i due canadesi, scatenando però la rabbia del Capo Tribù. Stava parlando, lo hanno interrotto: non era il loro momento. E non solo: Roman si è anche scontrato con Solo, apparso nell'occasione tutt'altro che contento.
Che cosa significa questo? Che lo scontro titolato di Night of Champions sta via via assumendo una profondità che prima non aveva. Quello che sembrava un ennesimo atto per ribadire l'onnipotenza di Roman Reigns (potenziale detentore di quattro titoli insieme, proprio mentre ne assegneranno un altro allo scopo preciso di arginarlo), nasconde invece tutt'altro. Tanto che anche la nuova vittoria samoana, indigeribile fino a un paio di settimane fa, se arrivasse potrebbe avere tutt'altro sapore.
Un Roman Reigns sempre più titolato e sempre più solo
La verità, infatti, è che la Bloodline sembra di fatto già finita. In ogni caso. Possano anche mettere dieci, quindici, cento cinture intorno alla vita, sulle spalle, sugli avambracci e intorno alle caviglie di Roman Reigns. Il suo potere sulla famiglia si è già sostanzialmente esaurito. Gli Usos, che tentano di ostentare un'incrollabile fedeltà che ora si accompagna a errori in serie e sconfitte prima impensabili, sono di fatto già estromessi (lo sappiamo sin dal Draft). Ma anche lo stesso Solo Sikoa appare sempre più nervoso, malfidente e pronto a staccare la spina. Fosse anche campione a sua volta.
E ora pensiamo a quello che potrebbe succedere in Arabia Saudita: la Bloodline vince, Roman Reigns & Solo Sikoa diventano campioni di coppia sia di Raw che di SmackDown. E il Tribal Chief diventa un quadruplo campione, in contemporanea. Ecco, ma quale sarebbe il costo di tutto questo? Jimmy e Jey sarebbero definitivamente fuori, carne sprecata ormai scaduta. Ma anche Solo Sikoa rischia di essere tutt'altro che reinserito nelle dinamiche di una fazione un tempo dominante e ora allo sbando. Continuerebbe a non fidarsi di colui che da Capo Tribù è anche per lui diventato un fastidio e poco più. Come per tutti noi.
Bloodline, il vaso trabocca: è un bene o un male?
Quindi, questo scenario sarebbe terrificante come pensavamo? Forse no. Chissà, forse proprio portarsi a casa tutto potrebbe essere il passo necessario perché Roman Reigns si ritrovi presto senza niente. La sua fame di potere gli sta facendo perdere tutti coloro che gli stanno intorno, incluse le persone apparentemente più fidate. E chissà, questo amaro boccone potrebbe essere necessario per mettersi alle spalle questa lunghissima storia. La fatidica goccia che riempirà definitivamente il vaso, per poi farlo collassare una volta per tutte.
Tutto tutto, in apparenza, ma niente niente in realtà. Proprio come diceva Mino Martinelli, che in apparenza rideva ma con gli occhi gonfi di lacrime (e le narici di altro). Dispiace solo che ad andarci di mezzo rischino di essere Sami Zayn & Kevin Owens, che non hanno nessuna colpa. Ma la WWE deve trovare il modo di ammazzare la bestia da lei stessa creata. E se non lo si può fare in maniera convenzionale, tanto vale farla ingozzare fino a che non si strozzerà da sola.