Dirty Deeds - Verità scomode: Cody Rhodes, il tuo unico amico in WWE è il Draft
by MARCO ENZO VENTURINI | LETTURE 4448
Tante cose si sono mosse nella scorsa settimana, tra Raw e SmackDown, per poi dare la sensazione finale che nulla si sia mosso davvero. Basti vedere ciò che è ruotato intorno al gruppo umano che volenti o nolenti rappresenta il fulcro delle principali storyline, che tra l'altro stanno via via aumentando di numero: la Bloodline. Pur pesantemente impoveriti dell'assenza di Roman Reigns (sulla quale ci siamo soffermati già settimana scorsa), abbiamo visto Usos e Solo Sikoa a loro volta doversela vedere con il Judgment Day, con il Latino World Order incarnato da Rey Mysterio, minacciare Bad Bunny, e poi prendersela con gli ovvi Kevin Owens & Sami Zayn e con il loro nuovo amico Matt Riddle. Il grande assente? Cody Rhodes.
Cody Rhodes: eroe di una WWE passata e già vista
Nella puntata di Raw di Little Rock, in Arkansas, l'American Nightmare si è (anche giustamente) concentrato sul suo prossimo avversario: Brock Lesnar. Lo ha fatto con modalità che hanno pericolosamente ricordato una WWE passata e verso cui in pochi nutrono nostalgia. Quella in cui l'eroe cattivo mette a ferro e fuoco l'intera compagnia e i suoi dipendenti (in particolare quelli della sicurezza), oppure quella in cui l'eroe buono perde completamente le staffe e il controllo, generando la grande apprensione di quella stessa Security che nulla riesce a fare per contenerne gli ardori. Stavolta la Bestia ci ha risparmiato questo trito cliché, mentre Cody Rhodes ci è caduto.
Pur di ottenere l'ufficialità del suo match per Backlash, infatti, abbiamo visto il solo Cody Rhodes azzerare un piccolo esercito di anonimi addetti della WWE di nero vestiti e che evidentemente troppo poco addestrati erano per contenere tanta rabbia. E su questo vogliamo essere chiari: il segmento non ha aggiunto starpower a Cody, è risultato solo ridicolo. E, quel che è peggio, già visto. Ma il problema è anche un altro.
Tanti nemici, nessuna minaccia (il tutto senza Roman Reigns)
Sappiamo perfettamente che la WWE sta portando avanti diverse storyline, che hanno però alcuni elementi in comune o che si intersecano. Diventa però difficile capire perché nessuno intervenga quando il nemico comune è impegnato contro qualcun altro. Perché nel finale di Raw non c'è stato un intervento di Cody Rhodes a difesa di Kevin Owens, Sami Zayn & Matt Riddle? Alla fin fine avevano combattuto contro altri (il Judgment Day), ma erano stati comunque attaccati dalla solita Bloodline. Facile: non era il suo momento. Ma possibile che si sia già dimenticato di amici e nemici solo perché ora c'è scritto che il suo rivale è Brock Lesnar? Per la WWE sì. Ma noi, purtroppo per Stamford, non siamo così ingenui.
Il risultato è quello di vedere il gruppo samoano vedersela contemporaneamente con diversi gruppi di avversari, che tra loro cooperano a caso e che altrettanto a caso si dimenticano gli uni degli altri. Tutto questo mentre Roman Reigns non c'è, ma secondo Paul Heyman è colui che prende le decisioni che incidono sui match di tutti, e Cody Rhodes deve inventarsi altre priorità. Che non si riesce davvero a capire perché debbano essere tali. E con la sensazione che questo fatidico Draft, che inizierà settimana prossima, possa essere l'unico, vero attuale amico dell'American Nightmare. Perché, nelle speranze di tutti, riporterà quell'ordine e quella logica che nelle storyline presentate dalla WWE non c'è più.
Perché di fatto sono tutti contro la Bloodline e, di fatto, nessuno lo è. Rendendo ognuno dei nemici di Roman Reigns e soci (o quantomeno ognuno dei vari sottogruppi esistenti) fondamentalmente solo.