Dirty Deeds - Verità scomode: Austin Theory non temere, ora sei entrato in università
by MARCO ENZO VENTURINI | LETTURE 1691
I ritorni di John Cena in WWE ormai rappresentano sempre un piccolo, grande evento per il popolo dei fan del wrestling. E questo diventa ancora più chiaro se il sedici volte campione del mondo non si limita solo ad apparire per un'occasione speciale, ma deve anche costruire una faida con un avversario. Che, ormai, per lui rappresenta praticamente sempre un rivale nuovo rispetto alla sua carriera, rispetto agli equilibri a cui chi lo ama era abituato. Lunedì scorso abbiamo però assistito a qualcosa di ancora più inedito. Perché se con Roman Reigns e Bray Wyatt gli equilibri erano cambiati, ma la sfida non era un First Time Ever, con Austin Theory lo è. E in queste righe proprio su quest'ultimo ci vogliamo soffermare.
Per tutta la settimana fiumi e fiumi di inchiostro si sono consumati (o tasti e tasti di computer e dispositivi mobile, se preferite) sul promo visto a Boston, in Massachusetts. E quasi tutti si sono concentrati su un singolo aspetto, forse il più elementare e scontato da mettere in evidenza: oh mamma, quanto è bravo John Cena. Oh mamma, lo ha fatto a pezzi. Oh mamma, e ora Austin Theory come ne esce? Contravveniamo a ogni buona regola della comunicazione e rispondiamo a quest'ultima domanda con un'altra domanda: ma davvero siete stupiti?
Perché il "Super John Cena" di Raw non deve stupirci
Andiamo dritti al punto: il punto forte di John Cena è sempre stato parlare al microfono. Lo è stato ancora prima di diventare una celebrità del wrestling, dato che secondo la leggenda fu Stephanie McMahon a suggerire alla WWE di pusharlo dopo averlo sentito per la prima volta rappare in un pullman che stava trasportando le Superstars in un tour europeo. Rendiamoci conto: stiamo parlando di uno che "spaccava" con le parole ancora prima di farsi realmente un nome nella disciplina. Figuriamoci dopo esserlo diventato, e a maggior ragione da quando si è tramutato nel punto di riferimento per antonomasia di un'intera fetta della storia recente della compagnia.
Inoltre da quando John Cena si vede meno spesso che in passato sui ring della WWE, non è che sia andato a gestire una lavanderia a gettoni. Lo sapete qual è il suo lavoro? Attore. E che cosa fa un attore? Parla! Ma qui stiamo parlando non solo di un perfezionista, che studia costantemente per migliorarsi ogni giorno di più, ma anche di un professionista che da anni si mostra spesso e volentieri anche in grandissimi show televisivi che mezza America guarda e che vanno in onda in diretta. Credete davvero che un discorso su un ring di Raw possa creargli qualche problema? Il suo exploit non è certo un miracolo. E passiamo al buon Austin Theory.
Prima di Austin Theory ci fu Roman Reigns
La valanga di parole che John Cena gli ha rivolto può essere paragonata a due famosissimi promo avvenuti negli ultimi anni. Il primo arrivò prima di No Mercy 2017, il secondo in preparazione a SummerSlam 2021. E i due avevano un altro colossale punto in comune, oltre a colui che aveva dato vita al dissing: il suo destinatario. Che in entrambi i casi era Roman Reigns. Ma attenzione: nonostante fosse la stessa persona, affermare che si trattava dello stesso personaggio sarebbe un colossale errore.
Roman Reigns assaggiò le capacità di John Cena in un'epoca in cui era già ampiamente il numero uno della WWE. Figuratevi, era l'anno di Wrestlemania 33: quello era il Big Dog che aveva "ritirato" Undertaker a WrestleMania, era quello del "This is my yard now" che per 15 minuti fece impazzire il pubblico di Raw After Mania. Ebbene: dal confronto con il suo predecessore (e in quel momento rivale) uscì non distrutto, frantumato. La vecchia volpe bostoniana lo aveva fatto a pezzi, poi aveva macinato questi ultimi, quindi li aveva triturati. E il "volto della WWE" era riuscito, nel migliore dei casi, a rispondere facendo delle "faccette brutte".
Discorso completamente diverso nel 2021, quando John Cena sicuramente ebbe ancora la meglio ma in un contesto diverso. Stavolta davanti a sé aveva il Tribal Chief, e infatti Roman Reigns riuscì in qualche modo a mantenere lo sguardo alto contro un'icona che comunque lo brutalizzò verbalmente, ma stavolta non se lo mise in tasca con collana samoana, t-shirt della Bloodline e tutti i connessi accessori. Ebbene: Austin Theory ha ricordato più questo secondo Roman Reigns che il primo.
Se John Cena ha vinto, Austin Theory non ha perso
Riguardate il promo di Raw, e concentratevi non su John Cena ma su Austin Theory. Il ragazzo non cede. Non arretra di un millimetro. Il suo sguardo è fisso sul rivale, non esita, non trema. Incassa le bombe nucleari del nemico, ma resta granitico nelle sue posizioni. E a dirla tutta si può anche dire che abbia ottenuto quello che voleva: John Cena non intendeva affrontarlo a WrestleMania, e invece lo farà. E attenzione: i due (campione degli Stati Uniti incluso) sono riusciti a vendere la cosa come una decisione del pubblico di Boston. Non della WWE, ma della gente. Una decisione nostra.
Quindi a tutti coloro che dicono che "John Cena ha fatto a pezzi Austin Theory", o anche a Theory stesso, ci permettiamo di lasciare una considerazione finale. Attenzione a vederla in questo modo, perché probabilmente non è così. John Cena ha vinto una battaglia che non poteva perdere, tanto più davanti alla platea della sua città. Più interessante notare come il suo giovane avversario non si sia fatto sopraffare dal momento. Anzi, è stato all'altezza. E non ha perso nessun esame: è appena entrato in università. Senza lasciarsi travolgere.