Amiche ed amici di WorldWrestling, [email protected] per una nuova edizione del PrizeWriter!
Questa edizione si concentrerà su Revolution!
Un evento molto atteso, data la vicinanza con Wrestlemania.
C’era molta curiosità di vedere cosa fosse in serbo nel ppv che aveva tutte le carte in regola per essere il set dell’asticella in vista dell’evento di wrestling dell’anno.
Le aspettative, almeno le mie, erano altissime, dato che l’evento conteneva potenzialmente 3 showstealer, e considerando la qualità media altissima dei live event AEW, ci si poteva aspettare grande wrestling, condito da magari qualche clamoroso rientro od acquisizione.
Anticiperò che queste sono state disattese.
Non ci sono match che ritengo insufficienti, ma neanche - a parte il main event, per ora un papabile MOTY - sensazionali…
E curiosamente tutti i match sono legati da un filo rosso che andremo a dipanare!
Chiudere in bruttezza
In un incontro di wrestling, ma non solo, il finale è e rimane aspetto fondamentale, punto esclamativo. Corona la prestazione dei due atleti, racchiude un boato emotivo, e lascia un sapore in bocca allo spettatore. Va preservato come patrimonio del nostro sport spettacolo preferito.
Analizzando tutti i finali di questo evento non ne trovo neanche uno veramente appagante.
Partiamo dal primo match, un match già di per sé poco interessante, perché già visto. E che a rigor di logica non poteva che confermare l’esito del primo. Come si conclude? In un match nel quale la JAS era apertamente dichiarata bannata da bordo ring, interviene Guevara, l’arbitro si distrae, Jericho cerca di fregarlo, ma si prende invece finisher e pin…
Perché la dicitura del no interferenze se poi il match si conclude proprio così?
Come secondo incontro troviamo un giusto finale della faida fra Jungle Boy e Christian, nel quale il ragazzo si prende la rivincita contro l’ex mentore, facendolo completamente svenire dopo… qualche secondo di STF? Nel main event abbiamo testato tutt’altro tipo di resistenza.
Nel match per i titoli Trios invece la delusione non è solamente il finale, ma lo svolgimento molto al di sotto delle aspettative, dopo una totale assenza di costruzione, e che vede l’Elite azzerata capitolare sotto un’offensiva neanche troppo esagerata del team rivale. Praticamente sono 7 match buttati nel cesso.
La contesa femminile è vergognosamente corta, anche essa con un finale roll up outtanowwhere, ed anticlimatico, generato da un baraonda conseguente alle interferenze delle accompagnatrici di campionessa e sfidante. Almeno c’è il nuovo elemento di Ruby Soho che si riunisce alle ex WWE.
Moxley vs Page, Texas Death Match. Un inizio truculento, hype alzato ulteriormente, poi un esecuzione che si trascina senza gran di picchi, ed un finale in cui MOX cede strozzato da una catena a mo di guinzaglio... Vederlo cedere in questo tipo di match è un’eresia, azzera il suo livello di follia e sadomasochismo, e impoverisce alquanto la sua aria. Ma non poteva svenire anche lui?
Abbiamo poi la sagra dell’assurdità in salsa TNT, la chiusura del cerchio che rende inutile tutta la circonferenza, un Samoa Joe vs Wardlow totalmente fuori tempo massimo, che finisce con Joe sottomesso dalla sua stessa Coquina Clutch, eseguita dal rivale, che lo annienta in un nonnulla, privandoci dell’unico campione TNT efficace degli ultimi tempi. affermazione già ampliamente spoilerata dalla vittoria di Hobbs nel face of the Revolution (lasciamo perdere il modo)
Lasciando perdere il match da pausa bagno fra tag team, o presunti tali, scelta comedy pre main event, con anche qui un finale di rapina, e non sarà l’ultimo… Almeno sono tornati (ma per restare?) gli FTR…
Andiamo poi al main event. Gran incontro senza dubbio alcuno. Una prova di resistenza e tenacia non indifferente dei due gladiatori, che hanno allietato il pubblico nell’arena per più di un’ora, senza mai stancare!
Forse si è giocato un po’ troppo su MJF e sulla sua resistenza nei regolamentari, mentre nel finale la vittoria sporca del campione ci può stare, ma non racconta nulla di nuovo e ci ricatapulta nel solito universo di Friedman, che vince rubando. Quasi un peccato dopo una prestazione tanto epica, nel quale aveva tenuto testa, resistito all’assedio di Bryan in modo stoico, nel suo terreno più congeniale. Nulla da dire se non che… Ma è possibile che un submission specialist come l’American Dragon debba tentare di vincere tutti e due gli incontri, contando il supplementare, con la stessa mossa, che non è la sua finisher? Mentre chi va a vincere con la mossa di Bryan è proprio il campione? Pare ovvio che la Single Leg Boston Crab non coprendo il volto dell’avversario sia meno impattante della LeBell Lock… Questa ingenuità di Daniel(son), che nel suo script non è coerente, rovina il finale dell'incontro regolamentare, mentre la ladrata finale di MJF lo priva di quella vittoria pulita che tanto gli sarebbe servita per portare avanti un evoluzione del suo personaggio. Che comunque esce molto rinforzato dal ppv, ma con quel neo finale.
Quel dettaglio che fa...
Insomma, fra vittorie di rapina, finali anticlimatici ed outtanowwhere, e chi ne esce con le ossa un po’ troppo rotte (Elite, MOX, Joe), e una qualità media non da evento All Elite (grandi delusione il match per i Trios) siamo di fronte ad un evento che non può regalare la vera e propria soddisfazione agli spettatori. Troppo spesso la federazione di Jacksonville paga sui dettagli, si perde in situazioni non all’altezza, vanificando anche quanto di buono è stato fatto. Ormai il tempo è passato, sono quasi 4 anni, e certi errori non sono più ammissibili. Spero di non aver rovinato il mio editoriale con una conclusione non all’altezza, passo e chiudo… Alla prossima!!!