The Prizewriter - Rumble al maschile



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The Prizewriter - Rumble al maschile

Una settimana dopo siamo di nuovi qui per una profetica edizione del PrizeWriter…

Anche in tal occasione si analizzeranno, da parte maschile, le probabilità di vittoria alla Royal Rumble dei vari favoriti, con un occhio di riguardo a chi è in procinto di compiere il tortuoso percorso che porta dall’occupare le zone nobili della card (l’uppercard), alla condizione di presenziare o essere l’evento principale della stessa (main event).

A cosa serve?

Il preambolo è che da quasi un ventennio la Rumble maschile non serve a costruire con successo un performer vincente. Lista alla mano, l’ultimo che ha usato questo trampolino come lancio vero e proprio - e non ha fallito, come Del Rio, Sheamus e Nakamura - è Batista. Nel 2005. Ciò è tutto dire, e ci da molte risposte sul perché la qualità del prodotto è così calata negli anni.

Un altro discorso, forse ancor più preoccupante è che da circa un decennio, ossia dall’esordio dello Shield, o volendo dalla consacrazione di Daniel Bryan, nessuno ha fatto in modo incontrovertibile questa ascesa. Neanche i vincitori dell’edizione 2019 e 2020, quel Drew Mcintyre che nonostante abbia battuto Brock Lesnar a WrestleMania quella volta, oggi è un midcader bello e buono, intrappolato in un personaggio ridicolo; e si può fare copia incolla con la situazione di Seth Rollins.

Che questo anno qualcosa sembri poter cambiare?

Pare di sì, perché i due favoriti sembrano entrambi, anche se antiteticamente, in apparente procinto di spiccare il volo…

Il predestinato

Iniziamo dal roster a tinte rosse, ove nessuno si staglia all’orizzonte nel tragitto verso quel main eventing che è casella vuota da ormai troppo tempo, data l’assenza del campione dai tempi di Lesnar e, in ultimo, soprattutto del titolo. Favorevole come sono all’unificazione delle cinture non posso nascondere come però essa sia stata fatta solo a metà, non avendo quasi mai la presenza del campione unico nel roster del lunedì. Così qualcosa manca, rendendo RAW chiaramente uno show di serie B, che prima aveva campioni chiaramente di serie B (McIntyre, Lashley, Big E), mentre adesso non ne ha proprio.

A battersi per quel titolo secondario, che però secondario non può essere, dato che è l’unico maschile (anche quello sbagliato dato che l’Intercontinental rappresenta molto di più questo concetto) sono da mesi Lashley, Rollins e Theory. Unici uppercarder di cui ha potuto godere lo show rosso. Il primo inadeguato ad aspirare a qualcosa di più, considerando il buco nero di rilevanza che assume qualsiasi cosa faccia; il secondo inspiegabilmente relegato a questa posizione che non gli si confà assolutamente, dato che è uno dei generational talent; il terzo in un’ascesa magari meritata, ma la cui entità è stata messa in dubbio troppe volta dal character, e le scelte su di esso. Tipo non è più il raccomandato, buttiamo via il MITB e rendiamolo serio… poi rendiamolo di nuovo un codardo incapace di vincere senza stratagemmi e scorciatoie.

Le possibilità di vittoria di questa triade sono basse, per non dire nulle, dato che troverebbero un campione con uno status troppo alto, e nessuna strada per poterlo raggiungere. Per letteralmente chiunque.

Spiace per Seth, che riesce anche ad andare over da heel codardo e perdente, con un character macchiettistico. Ma lui pur avendo già vinto un main event di WrestleMania, nel 2015, ha già avuto la sua chance nel 2019, sfruttata a dovere, anche se poi non per colpe sue ha fatto questa fine…

Rimane il primo degli outsider, avendo anche un conto in sospeso con Roman Reigns, proprio dall’edizione dell’anno scorso, e dal buon match lì disputato.

Chissà che non ce la faccia a tornare Riddle, ma comunque sembra che per motivi di serietà, sia in character che fuori, non ci vogliano puntare troppo, anche se uno come lui la connessione con il pubblico ce l’ha forte ed innata…

Manca solo un nome, quello del figliol prodigo: Cody Rhodes, l’unico che fino ad ora sembra aver preso sul serio l’occasione della Rumble… Ricordo ancora la standing ovation, l’entusiasmo per il suo rientro, i promo realistici con tanto di storia della redenzione nella redenzione con quel match combattuto praticamente senza un braccio… Tutti gli astri sembrano congiungersi.

La sua vittoria però parrebbe così telefonata che non pochi sospirerebbero in sua evenienza. Ma avrebbe il pregio di raccontare una storia, quella già scritta e palese sin da subito, dell’eroe che ritorna per vincere il titolo che il padre non ha mai vinto, anche per lui. E poi di avere un effetto reale, ossia consacrarlo, dando a noi la possibilità di vedere The Tribal Chief sfidato, e magari deposto, da un avversario inedito… Insomma non sarebbe niente male in fondo, rispetto a ciò a cui siamo abituati…

L'underdog from the underground

Per RAW è tutto…Andando invece nell’ex land of opportunities, che adesso scarseggiano, in vero per tutto l’universo WWE… La lista dei papabili vincenti da SmackDown si riduce a un nome. Sami Zayn. Lui in questa Rumble è l’underdog per eccellenza, non risulta al momento della stesura di questi pronostici neanche iscritto, è il povero sacrificato sull’altare della famiglia samoana, per invidia. È però anche in antitesi totale con l’altro favorito. Tutto al contrario. Non ha potuto servirsi di aiuti durante la sua carriera, non ha un nome importante, non è il belloccio, ma ha una capacità tanto forte per imporsi ai vertici, è un personaggio che genera empatia in modo eccezionale. Ed è un fuoriclasse sul ring.

È l’underdog per antonomasia, e sarebbe potuto diventare senza problemi il nuovo Daniel Bryan, se la fed non avesse deciso inspiegabilmente di tenerlo in naftalina, renderlo prima perdente, e poi annoying heel codardo, per anni. Ruolo da lui comunque interpretato in modo meraviglioso.

Così meraviglioso che le carte in tavola sono state cambiate. Dal ruolo marginale di delirante locker room leader, affidatogli nella fu gestione di Vince, alla ribalta unica con Triple H. Un percorso meraviglioso, iniziato da quando è stato affiliato alla Bloodline - con cui apparentemente centrava come un pupazzo di neve a ferragosto - nel quale lui ed il suo talento hanno spazzato via le apparenze, fino a renderlo non solo perfettamente a suo agio, ma l’attrazione principale in seno alla stable.

Un apice di popolarità e rilevanza raggiunto, non sapremo mai come: era un obbiettivo fargli guadagnare questo? O viceversa, a la Bryan, essendo il piu over del roster, è stato spinto in questo modo per il tifo?

Il suo avere le ore contate nella Bloodline lo potrà portare a trionfare questo sabato e a sfidare il capo tribale per il titolo nella notte delle notti? Sarebbe questo il sogno umidissimo di ogni smartone del wrestling web… Vedremo se, nonostante il cambio al timone e la maggiore attenzione rivolta a profili di questo tipo, potranno dargli questo onore…

Dietro di lui nella griglia di partenza comunque un buon numero di talenti che potrebbero dire la loro - ma non lo faranno - ed hanno in comune una caratteristica: le dimensioni.

Braun Strowman, che come gigante non ha speranze, ma almeno potrà ricordare al mondo che esiste; stesso discorso per i non si capisce bene dove diretti Drew e Sheamus, che tocchi davvero a loro spodestare gli Usos, dopo i tentativi già falliti? O tristemente saranno KO e SZ, spianando la strada all’American Nightmare? Spiace un po’ per Drew, perché da duro e puro (come è presentato MOX in AEW) potrebbe dare tanto, essendo un ottimo performer, scritto in modo indecente da anni, con eccezione della sola Road to WrestleMania 36 che lo vide protagonista, e per la quale sembrava poi avere fatto il passo necessario per diventare main eventer… Gunther, che però nonostante l’immenso talento è già campione IC, e potrà aspettare; e poi soprattutto Kross, colui che più avrebbe bisogno di una prestazione convincente, lui che avrebbe tanto da dare, nelle vesti in cui ad NXT si era presentato, sadico dominatore, con valletta, e non tipo che riesce a vincere solo grazie alla moglie. Ma con la scrittura timida e l’attitudine da codardo del main roster non si capisce dove possa andare…

Vi sarebbero poi i presenti in altri match, che anche per vincoli narrativi dubito potrebbero ambire i titoli mondiali in quel di WrestleMania. LA Knight e Bray Wyatt, e Kevin Owens, che spiace togliere tutti e tre da un Rumble che non si preannuncia poi così piena di starpower……

Andando poi al fantawrestling ci sarebbe un eventuale The Rock che potrebbe fare capolino, vincere la Rissa Reale, e sfidare il cugino a WrestleMania per il titolo, senza alcun bisogno della vittoria del rissa per legittimare la sua candidatura, quanto meno di titolo alla vita per questo confronto… Ma mai dire mai, come mai dire mai ad un John Cena che è in odor di wrestling, almeno per quanto riguarda WrestleMania. Potrebbe tornare Edge un’ennesima volta a fare bella figura, ma di sicuro non per vincere, dopo aver già rubato lo spot a un giovane due anni or sono. Stesso discorso per Brock Lesnar, che però sembra orientato nello scontro con The All Mighty.

Altri nomi sembrano davvero poco plausibili al momento…

A somme tirate

Innanzitutto pare davvero sbilanciata la qualità del roster del venerdi sera rispetto ai rivali del lunedi... Che ha anche un'ora in più di programmazione da coprire...Ma ormai con RAW si può solo aver perso ogni speranza.

Consci che, sebbene la pochissima attenzione riservatale, ed il poco risalto ottenuto nel nulla delle puntate settimanali, nessuno potrà toglierci la passione con la quale ci appropinquiamo a quello che è, senza se e ma, il sabato del villaggio del wrestling… Buona, anzi buone, Royal Rumble a [email protected]!