Dirty Deeds - Verità scomode: valigetta, a questo punto non è meglio fermarsi?
by MARCO ENZO VENTURINI | LETTURE 4931
La puntata di Raw tenutasi lunedì scorso a Wilkes-Barre, in Pennsylvania ha scritto la storia della WWE. Lo ha fatto, però, nel modo più sbagliato possibile. Alla fine l'incasso della valigetta del Money in The Bank è arrivato: Austin Theory ci ha provato al termine del main event, dopo che Seth Rollins si era scontrato con Bobby Lashley. Ha quindi tentato l'assalto a una cintura, ma non quella di un titolo assoluto: quella di US Champion. Una cintura non assoluta, ma secondaria. Non solo: una cintura di cui già è stato detentore. Non solo: l'incasso è pure fallito. E questa cosa è sbagliata su talmente tanti livelli da correre il rischio di farsi travolgere dalle vertigini.
Il disastro di Austin Theory (ma non è colpa sua)
Partiamo da ciò che più è evidente: lo status di Theory. Un atleta che a febbraio era stato nella sostanza l'unico a tenere testa nientemeno che a Brock Lesnar in quel disastro che fu l'Elimination Chamber versione saudita. Ora che siamo nuovamente freschi di ritorno dalle lande arabe, tutto è cambiato in maniera radicale e quasi agghiacciante. Il povero ex pupillo dell'ex boss viene da una striscia di sconfitte di rilievo talmente lunga e pesante che forse sarebbe la Superstar più indicata a passare qualche settimana dal Dottor Shelby. In altre parole: nessuno lo può realmente temere. E cosa fa lui? Usa la valigetta per diventare campione degli Stati Uniti. Essendolo già stato. E perde, pure.
Ora: dare colpe a Theory per questo fiasco senza precedenti sarebbe tanto ingiusto quanto fuori luogo. Che colpa ne ha lui? Il problema è che questa WWE è diventata talmente Bloodlinecentrica da arrivare a pensare che la valigetta non possa servire per tentare un assalto credibile ai (sic) due (sic) titoli assoluti tenuti sotto chiave da Roman Reigns. Quindi, indipendentemente da chi sia il Mister Money in the Bank (una star consolidata, un prodigio in ascesa, una scommessa sbagliata), oltre il titolo degli Stati Uniti (o al massimo quello Intercontinentale) non si può andare. Poi, se è uno che necessita di una riscrittura totale come il povero Austin, ben venga anche una sconfitta. Ok. Ma a questo punto non sarebbe stato meglio che la valigetta, che comunque avrebbe perso, la si perdesse contro il sornione Roman? Evidentemente no.
Quanto vale davvero la valigetta del Money in The Bank
Del processo, difficile e tutto da verificare, di ricostruzione di Theory se ne parlerà con il tempo e forse in altre sedi. Qua il punto cruciale è invece un altro: la valigetta del Money in The Bank. Lasciamo perdere ciò che disse Cody Rhodes (per cui avrebbe garantito direttamente uno scontro per il titolo mondiale a WrestleMania) e facciamo comunque un passo indietro. Da che mondo è mondo (nel caso della valigetta, dal 2005), l'incasso non avviene sulla prima cintura che capita di incrociare per strada: avviene contro il campione del mondo (o dell'Universo, fate voi). Così è sempre stato. Così deve continuare ad essere, senza bisogno che qualcuno lo ripeta prima di questo o quello show. Ebbene, dallo scorso lunedì evidentemente non è più così.
E facile sarebbe prendersela ancora una volta con Otis, che rese sostanzialmente canonico valutare un incasso della valigetta del Money in The Bank anche per vincere i titoli di coppia. A parte che poi non lo fece, ma i problemi sono nati ben prima. Riflettiamo con calma: c'è stato Big E, che ha fatto il possibile. Prima di lui c'è stato appunto Otis, e prima ancora Brock Lesnar, Braun Strowman (due che avrebbero comunque lottato per il titolo massimo, con o senza valigetta), Baron Corbin, Dean Ambrose, Sheamus, Seth Rollins, Damien Sandow. Sì, siamo tornati fino al 2013: ebbene, da allora solo gli incassi di Rollins e Ambrose hanno avuto senso. Tutti gli altri, in un modo o nell'altro, sono stati sprecati o semplicemente orribili.
Money in The Bank: perché, forse, è meglio fermarsi
A questo punto non ci resta che considerare in maniera concreta ciò che Carlo_92on, uno dei più affezionati fan di OpenWrestlingTV, ci ha suggerito martedì scorso a SideTalk Slam: ma a questo punto non sarebbe meglio fermare tutto? Non per sempre, è ovvio. Ma così come nel 2016 la Elimination Chamber si prese un anno di pausa dopo il disastro del 2015, magari anche la valigetta del Money in The Bank potrebbe trascorrere un annetto nell'armadio senza uscirne. Perché se lo deve fare in queste condizioni, rovina non solo se stessa e il suo detentore. Ma tutta l'aura che nel corso degli anni e dei decenni si era riuscita a costruire.
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