Effetto HHH, (e fisiologiche flessioni)



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Effetto HHH, (e fisiologiche flessioni)

[email protected] per una nuova edizione del PrizweWriter! 
Siccome la carne al fuoco è tanta è il momento di una di quelle panoramiche a flusso di coscienza su quello che ci sta offrendo il mondo del wrestling mainstream!

Dalle parti di Stamford l’effetto benevolo dell’insediamento al timone di Triple H si sta piegando anche esso, speriamo solo momentaneamente, alle esigenza del best for buisness…

Quel che piace agli Emirati

Sì, perché il ritorno in quel di Rihad ci ha portato una serie di feud estemporanei e non necessari, costruiti ad hoc per il sollazzo dei sultani. Si va dal non si capisce perché neo USA champ, Rollins, vs l’”idolo di casa” Ali, che se non sapessimo fosse solo fan service saudita, date le origini mediorientali del wrestler canadese, sarebbe anche interessante, e potrebbe anche essere un grande 
incontro, ma invece sarà solo una tantum con prima difesa titolata dell'eccentrico e sempre eccessivo 'freakin Rollins; si procede poi con la sfida stupidissima e vuota di ogni senso fra Roman e lo youtuber -non merita neanche di essere ricordato il suo nome-; fino alle collisioni da big man, incommentabili supplizi come Omos/Strowman e Lashley/Lesnar il cui interesse è minore di quello di vedere un match fra jobber di Main Event.

Salviamo il salvabile

Abbiamo poi anche sfide costruite con un po’ più di senno e di anticipo, come la contesa fra Judgment Day e OC, unico altro match in grado di salvare qualitativamente la serata. Questo incrocio dovrebbe, per forza di cose, dare una direzione alla ex stable di Edge, almeno proseguendo il trand positivo, almeno sul piano dei risultati, dato che da quello narrativo è quasi inesistente (chi sono, cosa faccio, dove vado?).

L'unico problema è che il mors tua vita mia è evidente, e anche i Good Brothers meriterebbero un risultato positivo al loro rientro, per poi chissà, almeno provare ad interagire con i campioni di coppia in un futuro neanche così lontano.

Vi è poi il trascinarsi della faida titolata fra Bianca e Bayley, che pare davvero avere detto tutto, ed è in stancante riproposizione dopo un anno (a proposito, non vediamo l’ora di vederle combattere vestite come le compagnette sfigate nell’ora di ginnastica al liceo, della serie, per soldi mi umilio volentieri). Concludiamo con altre trame minori, come quella di Gargano con Miz e Lumis, i ritorni di Corbin e Elias gestiti non male, il buon regno di Gunther, che perlomeno dimostrano come ci si stia premurando di presentare ogni personaggio con una propria storia alle spalle.
Roba che sembra scontata ma non lo è.

Vedremo se queste troveranno spazio nella marchetta .

Linea narrativa (di sangue)

Nonostante il discorso titolato massimo sia al momento irrilevante e stantio, per non dire inesistente, ci sono movimenti interessanti all'interno della bloodline. Sami Zayn ad agire come serpe in seno alla fazione, apparentemente a conciliare, ma in realtà appare chiaro come il suo intento sia quello di sibilare nelle orecchie degli interessati, per ottenere un qualche vantaggio. Quale lo capiremo solo vivendo.

La zizzania fra il luogotenente Jay Uso e l'Underdog from the Underground è destinata a diffondersi anche fra gli altri membri, e chissà che il primo ad essere allontanato non sia proprio il primo seguace di Roman, il cugino che se ricordate è stato annesso con una sottomissione evidente. Un grande lavoro questo, che mette in luce anche i personaggi secondari, che in questo caso rubano la scena sì all'attore principale stesso, ma purtroppo anche ai titoli, storico vettore narrativo di cui non solo vediamo il concentrarsi nelle mani di pochi, lasciandone uno show, quello del lunedì sera, totalmente sguarnito, ma causa annichilimento della contesa e di ogni contendente, rimangono senza futuro, ma soprattutto senza presente.

Un po' la stessa situazione in cui versa il titolo femminile di SDL, palesemente senza contendenti se non, quando rientrerà, Becky Lynch... Ma fino a Wrestlemania?

Passi falsi, da non ripetere

Mentre un discorso a parte va fatto per il ritorno di Bray Wyatt. Dopo due entusiasmanti momenti di emozionanti promo ne ha visto come terzo, un insipido collegamento backstage, in cui non si è gaudagnato nulla in termini di sviluppo e che ha aiutato a mettere solo in cattiva luce il ritorno del genio narrativo, assecondando quella critica che lo vuole solo capace di vaneggiare, senza concretezza, cosa che mi sento di sottoscrivere per quell’ultimo segmento.

Se il ritorno di Rotunda AVEVA ALZATO L’asticella dell’intertesse in modo vertiginoso, adesso si rischia già di vedere queste aspettative esplodere come una bolla di sapone, sotto l’irrilevanza di tale realtà. Occorre assolutamente mettete nuova carne al fuoco, che sia consistente, per non perdere subito il clamoroso momentum acquistato.

Se Triple H ha certamente dimostrato di sapere fare molto meglio della precedente gestione, ci ha anche ricordato come nessuno, neanche lui -ma anche la concorrenza, di cui parleremo poi- è esente da errori di valutazione e passi falsi. Bisognerà soltanto cercare di minimizzarli.