Amiche ed amici del wrestling, eccoci di nuovo qua a sparare sentenze come proiettili in questa nuova edizione del PrizeWriter, l’editoriale più heel del wrestling web!
Anche questa settimana si difende un regno massimo, anzi un impero, bistrattato in lungo ed in largo da molti.
Stiamo parlando del campione universale e WWE: Roman Reigns! (Chiedo per un amico: ci sono anche altri titoli e campioni in WWE??)
Nonostante sia sul trono, anzi a capotavola, da ormai quasi due anni, sempre più dominante, ma soprattutto sempre senza più rivali all’orizzonte, non riesco a definire il suo regno come stancante.
Se si escludono forse i soli RKBro, ad oggi non esiste nulla di interessante o di costruito nel main roster di Stamford.
Ma non si può dire lo stesso del regno del capo tribale.
Forse è proprio questa mancanza di rivali a decretare come meno interessante un regno del terrore, e a portare molti ad auspicare la sua caduta? Un po’ come nei nove scudetti di fila della Juventus.
Ma è forse colpa del campione se questo accade?
Credo che tutti gli improperi dovuti a questa stantia situazione di contorno stiano facendo risentire la considerazione che si ha dell’impero di Roman.
Alcuni lamentano di una deficitaria costruzione del personaggio di Reigns e della sua Bloodline dal punto di vista psicologico. Se pare che questa situazione manchi di spessore, è perché non siamo in AEW, e non viene dato molto, se non nessun, peso alle vicende inconsce e al personaggio dei wrestler.
Ma se queste storie semplicemente non vengono narrate non vuol dire che non siano tangibili.
God mode: perché?
Partiamo dal personaggio di Roman. E dal suo percorso evolutivo, che lo ha portato ad essere quello che è oggi. Un Roman che dagli esordi dello Shield è sempre stato spinto al top, anche immeritatamente, aggiungerei, e quindi rigettato da buona parte del pubblico (smart).
Anche oltremisura, ma per colpe non sue, bensia di booking.
Almanacchi alla mano non so se esista un’altra Superstar ad avere lottato così tanti main event di Wrestlemania.
Sicuramente non nell’era moderna.
Tutta questa sovraesposizione lo ha portato a montarsi la testa, e a credere di essere il migliore, il vincente, il volto della federazione, avversato dal mondo, anzi dall’universo WWE, ingiustamente. Nonostante fosse rigettato dal pubblico veniva poi costantemente riproposto. Nulla lo avrebbe potuto scalfire.
Credo che il primo tassello di questo passaggio dalla parte dei cattivi sia il giorno dopo avere battuto Undertaker a WrestleMania, e il suo laconico “this is my yard now” , sommerso da una pioggia di fischi.
Lui ha quasi sempre vinto quando contava.
Ma avviene poi l’imponderabile, lo coglie un malessere grave, si ritira dalle scene per un po’, torna riacquistando quella riconoscenza del pubblico, forse perche nel frattempo la parte smart in WWE non esite più, emigrata verso altri lidi, o forse perché troppo grande è il rispetto nei confronti della sua battaglia contro un male così grande, che lui stesso ha sconfitto.
Poi sovviene la pandemia, e lui lascia tutto e tutti, abbandona la barca pirata proprio prima del match con Goldberg, in cui forse per la prima volta avrebbe avuto il pubblico dalla sua e si dilegua, salvo poi tornare come nuovo campione dell’universo.
Forse il suo passaggio ad heel avviene proprio in questo passaggio.
Lui è la primadonna, lui può andarsene quando vuole e tornare lottando subito per il titolo, non come dopo la prima pausa, che andò lungo con faide contro Drew, Bryan e Rowan, e poi Corbin…
Per lanciare lui non si guarda in faccia nessuno e si distruggono facilmente e senza rimosrsi altri character e altri push. Chiedere a Wyatt per informazioni…
Lui è il pilastro che tiene sulle sue mani il WWE Universe.
Ed ora al suo fianco ghigna anche malvagio il miglior manager che si può avere ad oggi, quel Heyman che per lui ha abbandonato anche la sua bestia prediletta.
Il pubblico all’inizio lo fischia, ma in realtà inizia ad ammirarlo.
Gli smart non hanno il coraggio di ammetterlo, ma finalmente hanno un regno massimo degno di essere ricordato dagli almanacchi come uno di quelli storici, come, anzi meglio, di quelli di JBL e Triple H 2004/2005 (che guarda caso hanno lanciato due delle più grandi superstar del nuovo millennio, anche se tale figura non si intravede oggi, neanche all’orizzonte). Rivisitato il personaggio che giustamente odiavano, nel suo peggior falso vittimismo, immobilismo, e supereroismo che Cena spostati adesso non c’è più ragione di fare gli haters.
I mark devono per forza seguirlo, perché in chiave sospensione dell’incredulità li ha veramente le letteralmente picchiati, ammassati, pinnati tutti.
I puristi del lottato si accontentino di quello che è un solido worker, non un trascinatore, ma comunque accettabile. Gli abbiamo sì visto fare brutte figure, ultima quella del peggior main event di WrestleMania dai tempi di Roman vs Lesnar, ossia Roman vs Lesnar, ma se accompagnato può fare anche grandi match.
E adesso ha anche raggiunto il traguardo di essere campione da due anni, e da qualche mese di avere due titoli massimi alle spalle, non una vera e propria novità, ma comunque un traguardo che non può essere migliorato.
Abbiamo adesso un heel tifatissimo, perché troppo forte e potente, e in effetti l’unico da tifare, a tratti.
Più grande del gioco stesso
Contorniato dagli Usos, quelli che già sono un grande tag team, ora finalmente sula cresta dell’onda, ovviamente i suoi cugini, che farebbero di tutto per il loro capo famiglia, la loro stessa linea di sangue. Peccato anche loro non abbiano rivali degni nel futuro prossimo, avendo raggiunto anche loro il top livello possibile, 4 titoli, battuto gli unici credibili, ed essendosi poi anche infortunato Randy.
Il fatto che sia l’unica attrazione di uno show pessimo non significa che debba considerarsi svalutato lui. Ok è il campione di uno show pessimo, ma Lo show è pessimo non per la mezzora che occupa il suo capo tribale, ma per l’altra ora e mezza dove non c’è nulla di rilevante.
Ci fosse almeno un face futuribile in grado di scalzarlo…
Mentre invece lui è saldo al comando di una gara ancora neanche iniziata.
Ma come sempre ogni volta che si raggiunge la vetta non si può fare altro che… Scendere.
Quindi anche i detrattori più spudorati, quelli per il partito preso, quelli che: “è tutta colpa di” saranno felici di gioire sul cadavere dei re. In ogni caso, manca sempre meno.