The Prizewriter - Summer of...



by   |  LETTURE 1421

The Prizewriter - Summer of...

Ciao carissimi e carissime fans di WorldWrestling! Questa fine agosto si è rivelata infuocata in tutto il mondo, sia dello sport enterteinment che del Wrestling (CM Punk docet), e ci toccherà andare in ordine sparso, tanti, troppi, sono gli avvenimenti di cui trattare.

Iniziamo dall’elefante nella stanza, ossia il profeta di Chicago, e dal suo ritorno, per il quale veramente pochi elementi ancora abbiamo per poter trarre delle conclusioni. Solo intravediamo come la sua spocchia e la sua arroganza si sposi perfettamente con quella della federazione autoproclamatasi d’Elite, che farebbe del Wrestling vero, anche se poi si infarcisce di vecchioni part timer che provengono da chi invece fa circo intrattenimento.

Molto innovativa poi la scelta di Punk che si palesa sfidando un wrestler dal nulla, senza motivazioni.

You’re next…

Certo riconoscere le incoerenze della AEW non vuol dire difendere le nefandezze compiute in Stamford.

E questo SummerSlam ne è stato infarcito a dovere. Lo show dell’estate, la Wrestlemania numero due, come ampliamente detto, è lo show più vecchio e pacchiano che la federazione potesse mettere su.

Inutile ricordare dove si vada a parare con i soliti match fra campioni di oggi e part timer di ieri. In alcuni casi i “giovani” aiutano i vecchi a fare bella figura, ma poi inspiegabilmente vengono sacrificati, come il caso ormai emblematico del jobber professionista Seth Rollins, (però che bel match) contro il giovane Edge che aveva proprio bisogno di una vittoria per consacrasi.

O la assurda sconfitta in una manciata di secondi tramite Rock Bottom (MAN handle slam) di Bianca vs la rientrante THE MOM, Becky Lynch. Come se il rientro dell’irlandese avesse bisogno di un titolo rubato con tanto di umiliazione a quella che era la migliore superstar (male or female) costruita quest’anno.

In altri casi per fortuna sono i vecchi a illuminare il cammino dei giovani, ma se parliamo di Roman Reigns su di lui e solo lui non ci deve essere alcun dubbio. Concedergli il lusso di affrontare come heel prima John Cena, e poi la nuova sfida a parti invertite contro Lesnar, ed Heyman terzo incomodo, è veramente importante, anche considerando la sua scrittura da un anno a questa parte finalmente perfetta.

Un pietoso velo invece sulla sfida tra Goldberg (per cui è anche troppo difficile sellare un colpo con un bastone, figuriamoci le mosse) e Lashley, il peggior campione WWE dai tempi di Jinder Mahal, che ritengo comunque superiore, perché almeno si faceva odiare, invece di mostrare costantemente la still face come il nostro All Mighty… Ci sono poi le bamboline di pezza pazze, i match da pausa bagno, e le gestione schizofrenica a dir poco del titolo femminile di RAW, ma questi non meritano il nostro tempo.

In tutto ciò non solo la WWE non costruisce a dovere i suoi giovani, ma li lascia emigrare verso la sempre più agguerrita concorrenza. E se Bray Wyatt veramente andasse All Elite, come anche Adam Cole, il più grande spreco di NXT, (commovente il coro bullshit alla vittoria di signor nessuno O’Riley) ci sarebbe, dopo Punk e Bryan, da avere veramente paura.

Ma lo sappiamo, finche a capo tavola ci sarà un certo samoanao, e all’altro capo una regina a Stamford saranno tranquilli. Poco importa se il ristorante vicino serve tutte le tue pietanze, e tu invece ti trovi a riscaldare compulsivamente gli avanzi del passato.