In tanti hanno storto il naso di fronte alla scelta da parte della WWE di Shane McMahon come avversario di AJ Styles in quel di Wrestlemania. Il Phenomenal One è stato il protagonista assoluto di Smackdown Live a partire dalla divisione dei roster e si è consacrato definitivamente, vincendo il titolo WWE e trovando quella regolarità e quella continuità che fanno di un grande atleta un perfetto uomo immagine della federazione più importante al mondo.
Insomma, nel percorso di AJ è andato tutto per il verso giusto e la sconfitta contro Cena, costatagli il titolo, non l'ha danneggiato più di tanto, visto che nelle settimane successive è tornato al centro delle vicende dello show blu.
L'ultimo episodio di Smackdown Live l'ha visto protagonista, con l'aggressione a Shane McMahon, il licenziamento da parte di Daniel Bryan e la sfida lanciata dal commissioner di Smackdown, che torna a lottare dopo l'ultima apparizione alle Survivor Series, in cui era parso tonico e motivato.
La storyline che vede protagonista l'ex TNA è stata costruita con cognizione di causa e promette di arricchirsi di interessanti spunti nelle settimane a venire: AJ Styles è un fenomeno all'interno del ring, ma ha peccato di arroganza, sentendosi arrivato.
L'ex campione mondiale WWE è conscio dei suoi punti di forza, ma l'ironia del destino (unita a qualche scelta dall'alto) ha fatto sì che, non solo si trovasse fuori dal main event tiolato, ma addirittura senza un match per il PPV più importante dell'anno, quello che rende immortale una WWE Superstar.
Quello che i fan si chiedono è: è giusto tenere AJ Styles fuori dal main event di Wrestlemania? La risposta è sì e i motivi sono da ricercare nell'evoluzione che la WWE intende dare al suo personaggio, che non è involuto come sembra.
Styles sta pagando dazio per le settimane con la cintura alla vita ed è vittima del consueto turn-over che la federazione opera dopo che un lottatore ha toccato la vetta più alta. Il suo riscatto, tuttavia, arriverà e arriverà in quel di Wrestlemania 33, quando riuscirà a sfornare un match a cinque stelle contro un avversario -Shane McMahon- diverso dagli altri part-timer, perché nettamente più motivato.
E la prova di ciò sono i bump che il figlio di Vince si è preso nei due match disputati dal suo ritorno: il volo dalla cella contro l'Undertaker un anno fa e quello sul tavolo dei commentatori delle Series, quando ha pure incassato una pericolosa Spear nel tentativo di eseguire la spettacolare coast to coast.
Tra i due si è subito vista quell'alchimia che serve per le grandi occasioni: la prima prova, che li ha visti combattere nel backstage, è stata ampiamente superata, visto che Shane ed AJ hanno dato il massimo per renderla violenta e quindi verosimile.
Mandare Shane contro AJ significa bocciare quest'ultimo? Soltanto apparentemente, visto che il rischio sarebbe stato bruciare il suo momento in un main event che l'avrebbe visto estraneo, in termini di storyline.
Dobbiamo supporre che la WWE abbia scelto di far passare alcuni mesi di purgatorio ad AJ Styles, prima di rilanciarlo dove merita di stare, nel main event dello show degli immortali.
Intanto, però, i suoi sostenitori farebbero bene a non disperare: la scelta di mandarlo contro Shane è coerente se si vuole aggiungere un tassello nella costruzione di un personaggio che ha ancora poca storia all'interno della federazione.
Durante il suo stint, AJ ha già fronteggiato main eventer come Reigns e Ambrose, battuto il leggendario Cena e incrociato due leggende del business: prima Jericho e a breve Shane McMahon. Adesso è il momento di qualcun altro, egualmente meritevole e, per riprendere il titolo, possiamo concludere che AJ Styles è il main eventer che la WWE merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso.
Il suo momento - a ben vedere - arriverà e sarà più bello, proprio perché ricco dell'attesa e della trepidazione che l'incoronazione dei più grandi merita.