Dirty Deeds - Verita' scomode: la settimana che ha sedato la Rivoluzione WWE
by MARCO ENZO VENTURINI
Se c'era una rivoluzione in corso in WWE, beh, l'ultima settimana sembra aver proprio sedato gli spiriti di rinnovamento e riportato tante, troppe situazioni a quelle che stancamente si sono ripetute nel tempo. E ora bisogna capire cosa abbia davvero in mente la federazione.
Perché sono stati di fatto fissati i prossimi match che metteranno in palio i due titoli assoluti.
Ma in condizioni che fanno quantomeno storcere il naso.
Cominciamo dalla puntata di Raw andata in onda da Baltimora, in Maryland. Torniamo a dire quanto già detto: Roman Reigns ha commesso un errore. Non ha ucciso nessuno e questo è chiaro, ma ha commesso un errore.
La WWE non può ostinarsi a proporlo nei main event e a dargli possibilità per inserirsi nella contesa per il titolo universale. Che poi lo faccia perdere, per di più in situazioni ingarbugliate, non cambia nulla.
Se un tuo dipendente infrange una regola e tu continui a dargli (on screen) la chance di tornare immediatamente nella posizione in cui era prima dell'errore, automaticamente affermi che chi sbaglia non paga. Che un errore non ti cambia la vita.
E di conseguenza, che infrangere il Wellness Program si può. Tanto...
Insomma, vedere il Mastino combattere in un incontro con il campione e avere la possibilità di essere inserito nel prossimo match titolato non si può e non si deve fare.
E non importa che nel suddetto incontro intervengano Seth Rollins prima e Rusev poi. Anzi, è pure peggio. Che il buon Roman si passi un periodo di purgatorio, anche dorato con la lotta per la cintura Usa. Ma che si prenda una pausa dalla rincorsa al titolo assoluto.
Nessuno sembra più disposto a sopportarlo.
Le note di SmackDown, se possibile, sono ancora più dolenti. A Backlash abbiamo salutato un nuovo campione WWE, che conquistando la cintura ha tra l'altro fatto registrare un record senza precedenti.
Un AJ Styles da spellarsi le mani. Ma a questo punto c'è da preparare No Mercy. E cosa ci si inventa? La giusta rivincita contro l'ex campione Dean Ambrose e... contro John Cena. Fermi tutti.
John Cena ha combattuto per mesi contro AJ Styles.
In una faida a dir poco memorabile. Ma l'ha persa. Senza possibili recriminazioni. Addirittura a SummerSlam il bostoniano ha dovuto abbandonare il suo stesso spirito, sfilandosi una fascetta con la scritta "Never Give Up". Come dire: "stavolta sì che ho ceduto".
Quella stessa fascetta è stata al centro della storyline principale di SmackDown, con Styles che ne ha fatto uno degli sproni per diventare l'uomo di traino della compagnia.
Insomma, uno dei pezzi da novanta (se non il pezzo da novanta per eccellenza) della federazione che perde pulita una faida di grande importanza.
Ripetiamo: pulita. Il suo avversario va avanti mentre lui si prende una pausa. E il suo avversario diventa campione. Cosa fa la dirigenza? Gli mette conto un avversario sconfitto su tutta la linea un mese prima. E infatti il solito, preparatissimo pubblico di Philadelphia è apparso a SmackDown indeciso tra l'incredulità e la rabbia.
Beh? Che fine ha fatto la coerenza? Che fine ha fatto la meritocrazia? E non solo: anticipando l'ovvia rivincita tra AJ Styles e John Cena si svilisce di fatto l'ottimo lavoro fatto dai due a SummerSlam.
Li si fa ritrovare troppo presto e con un terzo incomodo che non ci voleva, un Dean Ambrose che è giusto premiare con un'ultima coda nella faida con il Fenomenale. Ultima coda che rischia di essere cancellata dal grande scontro tra i due campionissimi, grande scontro che poteva aspettare.
E che sarebbe stato grandioso. Così invece rischia di essere il solito mappazzone. Altro che rivoluzione WWE.