Dirty Deeds - Verita' scomode: e' arrivato Babbo Natale, Babbo Natale non esiste



by MARCO ENZO VENTURINI

Dirty Deeds - Verita' scomode: e' arrivato Babbo Natale, Babbo Natale non esiste
Dirty Deeds - Verita' scomode: e' arrivato Babbo Natale, Babbo Natale non esiste

Le ultime settimane hanno fatto venire l'acquolina in bocca ai fan del bel wrestling che guardano la WWE.

Il tutto è cominciato dalla puntata di Raw post WrestleMania, e con l'ingresso sul ring, occupato da Roman Reigns, in rapida successione di Chris Jericho, AJ Styles (che la stessa sera si sarebbe conquistato lo status di primo sfidante alla corona), Kevin Owens e Sami Zayn.

Poi è arrivato anche Cesaro. E nel frattempo si erano visti anche Enzo & Cass. Un piacere per gli occhi.

Una settimana è passata e a questo roster da occhi lucidi si sono aggiunti anche il redivivo Dean Ambrose, sempre formidabile quando si tratta di accendere l'entusiasmo dei tifosi, e il duo Doc Gallows-Karl Anderson.

Tanta, anzi tantissima carne al fuoco.

Di fatto sembra che si sia passati da una lunga fase in cui i talenti autentici apparivano on screen e lottavano con il lumicino (tanto da costringere gli amanti del wrestling ad adottare un'eterna promessa come Dolph Ziggler e un simpatico ma decisamente poco mobile buzzurrone come Ryback) a una nuova fase in cui i campioni della disciplina sono addirittura troppi.

E quindi necessitano di una seria e consapevole collocazione.

Ottima la scelta di infilarne quattro (o cinque) in una contesa per il ruolo di primo sfidante. Sì, ma quella fase è finita: AJ Styles andrà per il titolo.

E quindi gli altri hanno bisogno di una nuova collocazione: Kevin Owens e Sami Zayn stanno proseguendo con grande bravura la loro eterna faida (d'altronde si conoscono come fratelli), Chris Jericho è stato sfidato da un Dean Ambrose che ha bisogno di nuovi stimoli.

Sì, ma sono tutte faide che possono catturare l'attenzione del pubblico (e lo fanno), ma potrebbero diventare sterili. In altri termini: non mettono in palio nulla, se si eccettua la gloria.

Giusto Cesaro ha ottenuto un altro match per una cintura, ma quella intercontinentale detenuta da The Miz.

Scelta condivisibile se si vuole riaumentare il livello di un titolo che ormai è il secondo in scala gerarchica della federazione. Ma il risultato è stato l'accantonamento di una faida che stava funzionando decisamente bene, quella tra il campione e Zack Ryder (che ha avuto modo di dimostrare una volta ancora alla WWE quanto sia in grado di andare over con poco...

o ce l'hai o non ce l'hai, vero Roman?), una faida che tra l'altro stava tirando fuori il meglio da due discreti lottatori e ottimi entertainer: Miz finalmente può mostrarsi come l'heel spaccone e irriducibile, ruolo in cui è perfetto (mentre l'heel pavido e piagnone lo sacrificava molto).

Ryder funziona, con la sua aura di face che non si arrende mai ma deve sempre scalare una montagna, e funziona anche al microfono, con le sue battute infantili ma sempre azzeccate. D'altra parte stiamo parlando di un "sempliciotto" di Long Island, non certo di un affabulatore alla Steve Austin o CM Punk.

Bene, questo interessante stint rischia di essere stato concluso quando aveva ancora molte ipotetiche cartucce da sparare.

Ecco, il rischio è che ciò avvenga con ognuno degli altri nomi menzionati a inizio articolo.

C'è troppo poco oro a cui ambire in questa WWE, e troppi grandi nomi che possono ambire a conquistarselo. Oltretutto non dobbiamo dimenticarci il fattore McMahon. Non inteso come Authority, ma proprio come volontà di chi comanda nella federazione dietro alle quinte.

Che, come noto, ha deciso di puntare su Roman Reigns campione.

Ora, è possibile che il Mastino perda (di nuovo) la propria cintura, ma è impensabile pensare a una sua cancellazione dai piani alti della WWE in pianta stabile.

Parafrasando le parole che Triple H e Stephanie usarono per Daniel Bryan, per la WWE Roman "è materiale per il titolo del mondo". Quindi praticamente gli altri grandi lottatori di cui abbiamo parlato rischiano di correre, correre, correre e farlo alla grandissima, ma di non stare andando verso nessuna parte.

E, come dimostrano ad esempio Dolph Ziggler, Dean Ambrose e Bray Wyatt, puoi correre alla grande per mesi, ma se non sali sul tetto del mondo per almeno un breve periodo, la tua credibilità precipita.

E ora la vera sfida della WWE è proprio questa: riuscirà a sfruttare l'abbondanza di fuoriclasse di cui dispone senza bruciare nessuno di essi? Dovrà essere attenta nella loro gestione e fornire a ognuno di loro almeno una vetrina di grandissimo livello.

E in più rinunciare ad alcune proprie convinzioni del recente passato rivelatesi delle autentiche cantonate. Troppe condizioni per non temere che almeno qualcosa di storto nei prossimi mesi avverrà...