Dirty Deeds - Verita' scomode: WrestleMania, tante possibilita' e una grande paura
by MARCO ENZO VENTURINI
Diciamo la verità: considerando il materiale umano a disposizione dopo gli infortuni a catena abbattutisi sulla federazione negli ultimi mesi, la WWE è riuscita tirar su una WrestleMania tutt'altro che malvagia, almeno sulla carta.
Ma la possibilità di gettare tutto alle ortiche esiste ed è consistente, come l'ultima puntata di Raw trasmessa da Brooklyn ha chiaramente dimostrato.
Il motivo è presto detto: il main event. Non è bastato provare a cambiare tre, quattro, cinque volte l'attitudine di Roman Reigns.
La gente non lo sopporta. Da Superman si è provato a trasformarlo in eroe simpatico. Niente. Quindi in fiero alleato del paladino delle folle Dean Ambrose. Niente. Quindi è diventato lo sfavorito d'obbligo, con la dirigenza contro e tanti pestaggi subiti.
Niente. Infine, dopo qualche settimana di oblio, lo si è fatto tornare più incarognito che mai, con un'attitudine simile a quella vista negli anni dello Shield. Pane al pane e vino al vino, un Roman Reigns estremamente solido e pratico con un solo obiettivo, quello di rendere la vita del campione Triple H impossibile con pestaggi in serie, restituendogli la pariglia subita in tante settimane.
Ma anche questo non è servito. Gli ha infatti semplicemente fatto guadagnare un sonoro "You still sucks" da parte della gente della Barclay's Arena di Brooklyn. "Non importa quello che fai, sei comunque un incapace", sembravano dire.
Il povero Roman come top face non funzionerà mai, se non dopo una pulizia che dovrebbe durare mesi, tanti mesi.
Ma il main event di WrestleMania incombe, che fare dunque? Chiaro che non si possa annullare tutto quello che è successo negli ultimi mesi, così come è improbabile immaginare uno scenario con Triple H ancora campione dopo la notte di Dallas.
Perché poi ci sarebbe un post WrestleMania senza più spunti da portare avanti.
Quello di 'The Game' è e deve essere un regno di passaggio, ma campione assoluto non può essere questo Roman. Così come non si può pensare per il terzo anno di fila di cambiare in corsa il match più importante dell'anno, dato che non ci sono più scappatoie che lo permettano.
C'è però un jolly che in WWE possono giocare, quello del match tra Shane McMahon e Undertaker e del futuro della federazione. Se Roman Reigns è ridotto in questo stato, una soluzione che potrebbe salvare capra e cavoli sarebbe quella di far accorrere a bordo ring qualche membro della famiglia McMahon, con Roman che si allea con uno di loro e ne tradisce un altro.
Sia in un caso che nell'altro potrebbe funzionare: accanto a Shane ora come ora funzionerebbe anche Sin Cara (quello originario), un'alleanza con Vince invece renderebbe Roman cattivissimo e costituirebbe una sorpresa che potrebbe lasciare di stucco e quindi deliziato il pubblico texano.
E riguardo agli altri match? Escludendo quelli riempitivi (imbarazzante quello tra il Team Total Divas e il Team B.A.D.
Blonde, alla faccia del Divas Revolution), è praticamente già certo che Sasha Banks (meritatamente) e Ryback (mah...) diverranno campioni. E' certo che Brock Lesnar e Dean Ambrose daranno vita a un grande spettacolo, ma senza che la loro contesa abbia effettivi strascichi nelle questioni delle prossime settimane.
Lo stesso dicasi per AJ Styles vs Chris Jericho, che però potrebbero finire la loro rivalità (costruita ad hoc per regalare a Styles il tanto atteso primo WrestleMania Moment) con una stretta di mano e un abbraccio, dato che vedere questo Y2J fare il cattivo frignone e jobbare a un campione che non ne ha affatto bisogno è davvero un peccato.
Interessante il match per il titolo intercontinentale: Kevin Owens è stimatissimo da chi ne capisce di wrestling, ma il suo personaggio è stato disegnato in modo tale da renderlo ormai terribilmente odioso per chiunque.
Anche in questo caso è chiaro il responso dell'arena di Brooklyn: puoi essere un fuoriclasse senza pari, ma se fai il coniglio per mesi alla lunga la gente inizia a non sopportarti più. Facile pronosticare una vittoria di Sami Zayn, che però ha tutto il tempo di prendersi la WWE e portarla verso una nuova epoca.
Triste invece constatare il tracollo di Dolph Ziggler, forse consumato dalle decine e decine di match lottati da oltre un anno: anche lui inizia a stufare. Potrebbero quindi far parlare di sé questo nuovo The Miz, finalmente coraggioso e quasi più tweener rispetto che heel, e Zack Ryder.
Il ragazzo di Long Island forse ha finito di scontare la punizione che la WWE gli aveva inflitto quasi quattro anni fa per aver osato sfidare con il suo piccolo show la dirigenza e lavorando con costanza su fisico e parco mosse ora è tornato un candidato credibile alle cinture secondarie.
Un suo successo, impossibile solo un paio di settimane fa, ora non sarebbe uno scandalo.
Finiamo con il match forse più atteso della serata: Shane contro Undertaker. Il rampollo di re Vince si era presentato qualche settimana fa in pompa magna, ma con una condizione fisica quantomeno rivedibile.
Incredibile il cambiamento cui si è sottoposto in pochissimi giorni: a Brooklyn è apparso magro, tonico, con la tipica abbronzatura da lottatore che male non fa. Insomma, credibile. Chissà, forse potrebbe essere davvero lui a vincere e ad essere inserito (effettivamente o meno) nei quadri della dirigenza WWE.
Chiaro, qualcuno interverrà nella contesa e la deciderà in una direzione o nell'altra (purtroppo non Sting, come ormai sappiamo con certezza). Ma il fatto che un match del genere non sia ancora di chiara lettura a poche ore da WrestleMania è ottima, ottima cosa.
Insomma, le carte in regola per uno show con i fiocchi in realtà ci sono.
Sta alla WWE decidere se andare fino in fondo con l'equivoco Roman Reigns e provocare uno sfacelo o salvare la baracca in extremis con un colpo di genio degno della sua storia. Non sarebbe la prima volta, non ci sorprenderemmo. Anche se negli ultimi anni le brutte sorprese non sono mancate...
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