Dirty Deeds - Verita' scomode: RoadBlock, un inutile danno



by MARCO ENZO VENTURINI

Dirty Deeds - Verita' scomode: RoadBlock, un inutile danno
Dirty Deeds - Verita' scomode: RoadBlock, un inutile danno

C'è una vecchia regola secondo la quale se un evento di wrestling mette in palio due o più cinture e alla fine dello stesso non è cambiato nemmeno un campione, bene, quello stesso evento è stato completamente inutile.

E' fondamentalmente vero, ma non del tutto. Perché un evento di wrestling può anche servire a scrivere una storia, a mandare avanti una rivalità, a crearla, a mischiare carte, a rendere interessante lo sviluppo di situazioni in atto.

Bene, WWE RoadBlock non è stato nemmeno questo.

Perché oltre ad essere stato uno show inutile, dal punto di vista dei risultati, ha anche potenzialmente indispettito chi ha la WWE nel cuore, rivelandosi persino dannoso.

Sembra quasi un evento creato apposta per trollare i fan smart e quelli smark.

Una WrestleMania nata con i peggiori presupposte per sfortuna (gli infortuni a catena di vari pezzi da novanta) e incapacità dei bookers (Roman Reigns diventerà over se gli metteremo davanti millemila ostacoli insormontabili da superare e li supererà...

sì sì come no!), sembrava aver generato un evento in PPV o quasi (era in vendità sul WWE Network) con tutte le caratteristiche del PPV e soprattutto aveva dato l'impressione a chi segue la WWE che la dirigenza avesse capito.

Così siamo improponibili. E visto che siamo oltre tempo massimo, mischiamo le carte oltre il tempo massimo inventandoci un nuovo evento, un blocco stradale nella strada verso WrestleMania.

Non lo si può negare, la breve costruzione del match per il titolo tra Triple H e Dean Ambrose ha surclassato quella tra Triple H e Roman Reigns.

Soprattutto a livello di intensità e di partecipazione, con le arene che finalmente indirizzavano il tifo dove questo doveva andare: per il buono e contro il cattivo. E anche questo sembrava aver indotto la WWE a inventarsi questo RoadBlock senza precedenti: tanto sgarrupata era la strada per WrestleMania da inventarsi qualcosa per salvarla in extremis.

Il risultato? Non solo Triple H ha mantenuto la cintura e a Dallas andrà contro Roman Reigns come se nulla fosse successo (e con il Mastino che in sole due settimane è stato fenomenale a sparire completamente dai radar senza far sentire a nessuno la propria mancanza), ma la WWE ha anche fatto arrapare senza motivo i tifosi, facendogli assaporare Dean Ambrose campione e togliendolo loro quando ormai sembrava fatta.

Insomma, se l'obiettivo è ottenere la più vasta platea della storia di gente infuriata lo si sta portando avanti veramente bene.

E a parte questo cosa si è visto a Toronto? Beh, ci hanno fatto capire che Chris Jericho è Kattivo (con la K), come se da una settimana non vedessimo show settimanali della WWE e non ce ne fossimo accorti, e che può battere Jack Swagger.

Ci hanno fatto capire che Sami Zayn può battere Stardust (ma non bastava una puntata di Raw, Smackdown o anche Main Event?). Ci hanno fatto capire che la WWE non vuole regalare a King Barrett nemmeno una cinturina di campione di coppia prima del suo inevitabile addio alla compagnia, facendolo perdere insieme a Sheamus (colui che tre mesi fa era il campione del mondo della federazione) contro una stable macchietta come il New Day, rendendo il match per il titolo di WrestleMania una tristissima seconda puntata della faida.

Ci hanno regalato un match valido per la cintura di Divas Champion inutile come non se ne vedevano da mesi, con Charlotte che ha battuto Natalya (ma va?) e che sarà confermata nel Triple Threat Match dell'AT&T Stadium contro Sasha Banks e Becky Lynch (ma va???).

Ci hanno soprattutto fatto capire che la Wyatt Family non può battere Brock Lesnar nemmeno mettendo in campo i due suoi migliori membri (perché nessuno verrà mai a convincerci che Braun Strowman è uno di questi) e che è ormai senza possibili appelli la più promettente e più deludente coalizione degli ultimi anni.

Perché dopo RoadBlock la credibilità di Bray e degli altri è ormai definitivamente sfumata. Come si può improvvisare in quattro e quattr'otto un match del genere non a WrestleMania, ma in un mezzo PPV che la precede? I fan non possono essere costantemente presi in giro riproponendo i soliti promo dell'Eater of Worlds che minaccia il mondo, quando di fatto non ha mai vinto un feud e in tre anni e mezzo lui e gli altri membri della Family non hanno ottenuto nemmeno una cintura nel main roster.

L'unico è stato Luke Harper, campione intercontinentale nel breve lasso di tempo in cui era entrato a far parte dell'Authority (questo per far capire su quali convinzioni poggi la dirigenza, in generale).

Tirando le somme: dopo RoadBlock abbiamo una lotta per le cinture di campioni di coppia svilita, una League of Nations in caduta libera, una Wyatt Family svuotata di contenuti, i due lottatori più seguiti dal pubblico (Brock Lesnar e Dean Ambrose) reduci da due battaglie separate che hanno aumentato la loro considerazione da parte dei tifosi aumentando ancora di più i rimpianti per il loro futuro scontro e soprattutto un match per il titolo che ancora di più fa indispettire e infuriare.

Perché contro il campione e top heel della federazione andrà un presunto beniamino delle folle che è stato reso gradevole come una polmonite a Ferragosto e che oltretutto sempre più non ha ragione di stare lì.

E questo evento, nato con tutte le potenzialità per rimediare ai tanti errori che si sono succeduti nella costruzione di WrestleMania, consegnerà alla notte di Dallas una card ancora più scombinata, un pubblico più disilluso, dei match ancora meno interessanti.

Certo, la WWE in passato già diverse volte ha dimostrato di riuscire a salvare l'impossibile, ma in questo caso qualche dubbio c'è. Il Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni & Giacomo visto in "Così è la vita" avrebbe detto: "Prevedo una tragedia...".

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